I "grilloleghisti" hanno messo la "manina" nel vocabolario

Il nuovo governo ha scatenato una fioritura di neologismi e di coacervi lessicali. Ecco quelli elencati dalla Treccani

I "grilloleghisti" hanno messo la "manina" nel vocabolario

Il libro dell'anno edito da Treccani, oltre a mettere in luce i fatti fondamentali del 2018, offre un Piccolo dizionario della neopolitica, che raccoglie definizioni, pseudonimi e neologisimi consacrati o coniati nel corso dell'anno.

La compagine governativa domina la scena e non potrebbe essere altrimenti, vista la sovraesposizione mediatica conquistata a colpi di campagna elettorale permanente. Luigi Di Maio è «Giggino webmaster Di Maio», invenzione, se non sbagliamo, del vulcanico governatore della Campania Vincenzo De Luca, con perfida allusione al mestiere di «Giggino» anteriore al suo ingresso in politica. «Il terzo uomo», cioè l'impalpabile presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si è autodefinito «l'avvocato del popolo». Il loro alleato Matteo Salvini dice di essere un «Capitano». Beppe Severgnini, per descrivere i protagonisti del governo, ha tirato fuori «il Trio Sa-di-co» (Salvini-Di Maio-Conte). Due novità entrate direttamente nel gergo politico-mediatico sono il «contratto di governo» e il «governo del cambiamento». C'è poi il problema del colore. La nuova alleanza «gialloverde» indicare l'alleanza al governo (giallo per il Movimento 5 Stelle e verde come tradizionale simbolo del partito ex padano). Ma Salvini il 1° giugno 2018 twittava «Confesso, emozionato e felice. #governoLega5S #governo gialloblu» identificando il proprio partito con il colore blu proprio a volere significare la Lega come realtà nazionale. Senza contare che l'azzurro è tradizionalmente legato a Forza Italia e Silvio Berlusconi. Per fotografare l'essenza del governo, i media si sono sbizzarriti nella creazione di coacervi lessicali, lessemi composti in cui si giustappongono e si incastrano due realtà distinte, ma convergenti: «grilloleghismo», «pentaleghismo», «legastellato». Si distingue Claudio Cerasa, direttore del Foglio, che sintetizza così: «Movimento 5 Leghe». Alluderà a una sudditanza dei 5 stelle alla Lega? Probabile.

Tra le misure economiche si sono distinte la «flat tax» (antica definizione tuttora sconosciuta agli italiani) e il «reddito di cittadinanza» (nuova definizione per un fenomeno, l'assistenzialismo, ben conosciuto dagli italiani).

Gli scafisti spediscono corpi umani nel Mediterraneo in attesa dei «vice-scafisti» (le navi Ong) che li «traghettano» dalle acque libiche ai nostri «porti chiusi». La Lega ha sempre fatto del corpo del Capo una goliardica ideologia: iconica e linguistica. Ieri c'era il virile «celodurismo» di Umberto Bossi in canottiera, oggi il virale «torsonudismo» (copyright Luca Mastrantonio) di Matteo Salvini. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiamato «Scroccopoli» lo scandalo romano dell'occupazione abusiva (cioè, a scrocco) degli alloggi.

La «manina» è sempre esistita, ma dopo il caos del decreto fiscale, modificato a insaputa del ministro Di Maio, sta a indicare l'azione sottobanco di qualcuno, non identificato, che inserisce di nascosto in un testo contenuti non concordati. In realtà ci sono sporadici esempi di «manine» maliziose. Bettino Craxi chiese di verificare se le lettere di Aldo Moro fossero sempre state dove furono trovate o se una «manina» le avesse infilate lì successivamente.

Dal Veltrusconi (alleanza Veltroni-Berlusconi) siamo passati al «Grillusconi» temuto per un attimo da Claudio Cerasa. Ma c'è stato anche un Renzusconi. Il «menevadismo» ha un padre illustre, il linguista Michele Cortellazzo, che racconta: «La neoconiazione era stata originata da un tweet dell'ex ministro Carlo Calenda, il quale, dopo che da un paio di giorni aveva annunciato di essersi iscritto al Partito Democratico, minacciava di uscirne se il partito si fosse alleato con il Movimento Cinque Stelle». Questo il commento del professore: «Mi chiedevo se davvero Calenda fosse di sinistra.

Poi ho letto questo tweet. Sì, è di sinistra: ha lo scissionismo, o, meglio, il menevadismo, nel sangue». Poi la scoperta: «menevadismo» era già stato usato saltuariamente, ad esempio da Luca Telese nel 2008, sul suo sito.

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