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Tutti gli strafalcioni linguistici di Luigi Di Maio

Negli anni, il leader del Movimento 5 Stelle ha dato sfoggio ad alcune perle indimenticabili. Tra congiuntivi sbagliati, latinismi usati a caso ed errori geografici, una breve rassegna del meglio del peggio uscito dalla bocca di Di Maio

Tutti gli strafalcioni linguistici di Luigi Di Maio

Instagram, Twitter, televisione. Non c'è piattaforma dove Luigi Di Maio non sia incappato in uno strafalcione linguistico o di contenuto. Dopo l'ultimo caso di violenza nei confronti della lingua italiana ("Non li avrebbero raggiunti se non ci SAREBBERO stati varie situazioni come questa"), è possibile fare un elenco delle migliori perle regalate negli anni dal nuovo ministro del Lavoro.

1) 16 febbraio 2018, Di Maio pubblica su Instagram la foto del foglio con la proposta di un patto che impegna i partiti a dimezzare lo stipendio dei parlamentari. Si legge: "... Mi impegno a far votare [...] una legge che DIMEZZA le indennità dei parlamentari e INTRODUCE la rendicontazione puntuale dei rimborsi spesa". Due congiuntivi sbagliati in un colpo solo. E non bastava la versione "ristretta" del post. Controllando quella estesa, viene fuori un altro errore verbale. "Sono convinto che il voto del 4 marzo parlerà molto chiaro e che il governo del MoVimento 5 Stelle È l'unico possibile per non far ripiombare il Paese nel caos". "Sia", non "è".

2) 11 gennaio 2018, Di Maio è ospite dell'emittente locale ligure Primocanale. A un certo punto, il non ancora ministro sfodera un altro sintomo di "congiuntivite" acuta. Durante l'intervista concessa al giornalista Andrea Scuderi, Di Maio balbetta: "Io da sempre ho sempre detto che... il Movimento ha sempre detto che noi VOLESSIMO fare un referendum sull'euro". Più che il congiuntivo, è l'italiano a essere trapassato.

3) 16 novembre 2017, questa volta tocca alle telecamere del Tg1 trasmettere in fascia pre-serale uno strafalcione di "Giggino". Niente congiuntivi, niente condizionali. L'errore è geografico. "Paesi del Mediterraneo COME LA RUSSIA..." è la frase contestata. Nei giorni successivi qualcuno scriverà che in realtà la frase non era mai stata detta. Ma a vedere il video qualche dubbio rimane.

4) 13 novembre 2017, Di Maio è ospite del salotto di Fabio Fazio, a Che tempo che fa. Altro errore linguistico, questa volta di concetto. Alla domanda del conduttore sempre sull'eventuale referendum sull'uscita dell'euro - che evidentemente crea sempre problemi al leader pentastellato - Di Maio risponde: "Quando incontro i miei ALTER EGO degli altri Paesi...". Magari gli omologhi.

5) 8 settembre 2016, Di Maio interviene durante un comizio del Movimento 5 Stelle a Nettuno, vicino a Roma. Sotto lo sguardo perplesso di Alessandro Di Battista, "Giggino" commette l'ennesimo stupro alla lingua italiana.

"È come se domani mattina andassi in tribunale, presentassi 20 esposti contro Renzi, lo iscrivessero nel registro degli indagati, VERREI in questa piazza, lo URLEREI". Condizionale e congiuntivo insieme, un bel minestrone. Chissà cosa ne direbbe il linguista Tullio De Mauro. O dicesse?

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