I No Tav mollano i 5 Stelle: "Siete diventati come la Lega"

Gli attivisti (pochi) che hanno protestato a Chiomonte rinnegano i grillini. E già pensano a una propria lista

I No Tav mollano i 5 Stelle: "Siete diventati come la Lega"

Erano appena una sessantina gli attivisti No Tav che ieri mattina hanno sfidato la neve e le temperature gelide per manifestare contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini, in visita al cantiere dell'Alta Velocità in Val di Susa, nel comune di Chiomonte.

La maggior parte di loro appartenevano al centro sociale Askatasuna e non mancava neppure nonna Nicoletta, settanta anni, diventata il simbolo dei contestatori, in prima fila con cappello e sciarpa rossa. Facce per lo più note alle forze dell'ordine che, nel corso della manifestazione, hanno identificato 45 antagonisti: quattro di loro - due donne e due uomini - poiché già sottoposti al foglio di via obbligatorio dal comune di Chiomonte, emesso dal questore di Torino Francesco Messina, saranno denunciate all'autorità giudiziaria.

La tensione nei pressi del Varco 1 del cantiere è esplosa prima ancora che il ministro raggiungesse la galleria dell'Alta Velocità, con i manifestanti che, invano, hanno cercato di oltrepassare gli schieramenti delle forze dell'ordine per raggiungere il leader leghista, lanciando verso i poliziotti in assetto antisommossa numerose palle di neve, Gli agenti hanno risposto con una carica di alleggerimento. Pochi attimi di tensione che il freddo e la neve hanno sciolto, per lasciare spazio ai cori contro il vicepremier e la linea dell'Alta Velocità. A dare il benvenuto alla delegazione in visita al tunnel, c'era anche una scritta a caratteri cubitali su un muro: Alta Voracità. Giusto per far capire al ministro il pensiero degli attivisti No Tav, che non perdonano alla Lega - ma soprattutto al Movimento Cinque Stelle, che ha un ampio bacino elettorale proprio nei No Tav - la loro «collusione con i poteri forti».

I manifestanti non sono riusciti a raggiungere il ministro che, dopo i selfie di rito con gli operai del cantiere, dal piazzale di Chiomonte - con caschetto giallo in testa, giubbetto arancione fluorescente sulla solita divisa della polizia - si è diretto a passo spedito verso la galleria, per dimostrare in maniera concreta - più che altro agli alleati di governo - che il tunnel esiste davvero. Delusi per l'incontro mancato, i No Tav gli hanno lanciato un messaggio via internet, dal loro sito di riferimento per ricordare al ministro «che fa circolare dati sballati sui costi, che la Tav da qui non passerà mai».

A stretto giro di posta è arrivata la risposta di Salvini: «Per presidiare quest'opera abbiamo impiegato decine di migliaia di uomini delle forze dell'ordine, per un costo di 63 milioni di euro che hanno pagato gli italiani, con quasi 400 feriti. Uno può essere favorevole o contrario, però lo fa a volto scoperto senza lanciare molotov. Ricordo che ci sono stati mille denunciati e quasi cento arrestati».

Mentre il ministro Salvini visita il cantiere, a pochi chilometri di distanza, i cittadini di Chiomonte sono troppo impegnati a spalare la neve per accorgersi della visita istituzionale. «C'è Salvini al cantiere? - commenta un valligiano -, ecco perché oggi le strade sono così pulite. I mezzi spartineve sono già passati due volte».

Il commento politico della Val di Susa arriva con la dichiarazione del sindaco di Venaus Nilo Durbiano: «Per otto anni siamo stati abbandonati dai politici, quindi siamo contenti dell'arrivo di Salvini ma ci ascolti. I sindaci No Tav, che sono la maggioranza, sono stati esclusi dal dibattito. Solo un mese fa ho scritto al premier Conte, a Di Maio e Salvini per chiedere un incontro, stessa cosa ha fatto l'Unione delle comunità montane, a nome di 22 sindaci ma non c'è stata alcuna risposta. Bisogna confrontarsi con i sindaci No Tav - ha concluso - abituati a fare proposte e non proteste».

I No Tav, comunque, si sentono abbandonati dal Movimento Cinque Stelle per il loro

comportamento ambiguo sull'Alta Velocità.

Un mal di pancia sempre più forte che pare abbia già convinto gli attivisti a creare una lista da presentare alle prossime elezioni regionali, con il simbolo del treno rosso sbarrato.

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