I "pizzini" della Merkel: diteci che volete fare

I consiglieri della Cancelliera: non è chiaro se Lega e M5s sono interessati al futuro della Ue

I "pizzini" della Merkel: diteci che volete fare

Roma - «È importante che il nuovo governo spieghi immediatamente quale politica europea vuole adottare». Parola di Clemens Füst, direttore dell'istituto tedesco di ricerca economica Ifo e, soprattutto, uno delle voci più ascoltate dalla Bundeskanzlerin Angela Merkel. In un'intervista a Repubblica ieri l'influente economista, che figura inoltre tra gli autori della proposta franco-tedesca di riforma dell'Eurozona, ha ribadito che «non sembra evidente in Lega e M5s» una volontà precisa di contribuire all'ammodernamento dell'Unione e delle sue regole. Ecco perché sarebbe bene che un eventuale esecutivo «giallo-verde» sottoponesse preventivamente a Bruxelles, cioè a Berlino, le proprie intenzioni. Insomma, anche se Salvini e Di Maio non si possono inquadrare più come «sovranisti», è chiaro che la Germania non li riconosce come partner. Con buona pace del risultato elettorale.

D'altronde, sempre il quotidiano diretto da Mario Calabresi la scorsa settimana aveva raccolto lo sfogo di Lars Feld, il consigliere economico numero uno di Frau Angela. «Credo sia molto più realistico pensare che in caso di emergenza l'Italia sarebbe costretta a tagliare il debito» aveva dichiarato sottolineando che «è meglio farlo con regole chiare, meno complicate di quelle attuali». Pressato dai populisti di Alternativ für Deutschland, l'esecutivo berlinese sta mettendo in guardia la Commissione Ue, il presidente francese Macron e l'Unione tutta che la Germania non intende accettare nulla che passi come una condivisione dei rischi o un trasferimento di risorse verso i Paesi «cicala».

Non a caso, proprio Füst aveva contribuito a elaborare un potenziale regolamento di uscita dall'euro coincidente con una chiusura immediata dei saldi Target2 presso la Bce dei Paesi che volessero uscire, cioè le transazioni in euro in entrata e in uscita registrate dalle banche centrali di ciascun Paese presso l'Eurotower. Ebbene, per la Germania il saldo è positivo per 900 miliardi, mentre per l'Italia è tristemente negativo e ammonta a -440 miliardi circa.

Ecco perché il governo Merkel da tempo sta veicolando pericolosi messaggi all'indirizzo di Palazzo Chigi. Da una parte chiede una stretta sui bilanci delle banche non solo accelerando sulla risoluzione del problema dei crediti deteriorati, ma dall'altro cerca di liberarle dai titoli di Stato. «Le banche si imbottiscono di bond sovrani perché sono convinte che ci sarà sempre una soluzione europea, forse addirittura gli eurobond», aveva detto Feld con il dito puntato contro il nostro sistema creditizio che nello scorso gennaio aveva in portafoglio 340 miliardi di Btp.

Quello che Berlino chiede è rigore di bilancio

nonché un governo pronto ad accettare le richieste dell'Europa e ad anticipare a Berlino le proprie scelte. Se Merkel potesse decidere, a Palazzo Chigi avrebbe già insediato un epigono di Mario Monti. Non v'è ombra di dubbio.

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