
"È una indagine complessa e la stiamo conducendo con scrupolo": così Filippo Spiezia, procuratore della Repubblica di Firenze, risponde ieri uscendo dalla stanza dove nel palazzo di giustizia di Milano si è compiuto l'atto che segna una nuova tappa nell'assedio giudiziario a Silvio Berlusconi (finché è vissuto) e a Marcello Dell'Utri. Con spiegamento di forze e di scorte Spiezia sale a Milano insieme ai suoi pm Lorenzo Gestri e Leopoldo Di Gregorio a interrogare due dei principali indagati dell'inchiesta su Equalize, la centrale milanese degli "spioni" sgominata l'autunno scorso. In mattinata viene sentito Vincenzo Di Marzio, ex carabiniere ed ex agente segreto; alle dodici tocca a Samuele Calamucci, l'hacker che in Equalize lavorava accanto all'ex poliziotto Carmine Gallo alle dipendenze di Enrico Pazzali, allora presidente della Fiera di Milano. L'interrogatorio viene fissato nell'ambito dell'ennesimo fascicolo di inchiesta aperto nel 2022 a Firenze sulle stragi del 1993, che vede indagati - nonostante le archiviazioni di altre inchieste identiche - Berlusconi e Dell'Utri come mandanti degli attentati. Cosa c'entra l'inchiesta su Equalize con fatti di trent'anni prima? A solleticare i pm fiorentini è stata una intercettazione in cui Calamucci citava un appunto steso da De Marzio in cui si parlava di passaggi di soldi tra il Cavaliere e lo stalliere palermitano Vincenzo Mangano. Il tema è sempre il solito, quello dei finanziamenti alla Edilnord degli esordi, anch'esso già analizzato in altre inchieste senza approdare a nulla. L'appunto esiste, e Calamucci ha anche indicato ai pm dove trovarlo. Ma sulla sua attendibilità si è ben guardato dal mettere le mani sul fuoco.
Gli interrogatori di ieri hanno comunque un pregio: quello di confermare che a due anni e mezzo dalla morte di Berlusconi la Procura di Firenze continua a indagare su di lui come se fosse ancora vivo.
Il procuratore Spiezia ha ereditato l'inchiesta da uno dei "duri" di Magistratura democratica, Luca Turco; tra dieci giorni lascerà anche lui l'incarico, ma ieri sceglie di essere presente "perché fino all'11 sono ancora il procuratore". Se creda davvero al teorema, o lo abbia fatto solo per non essere accusato di insabbiamento, lo sa solo lui.