I renziani okkupano Rai3 E Giannini si ribella al Pd

Il conduttore di «Ballarò»: «Attacchi subdoli dopo la frase su Boschi ed Etruria». M5S: «È pretesto per nuove nomine»

Antonio SignoriniRoma Cresce la tensione sulla Rai. E si rafforzano i sospetti che dietro il crescendo contro il presentatore di Ballarò Massimo Giannini ci sia la volontà di Palazzo Chigi di riprendere in mano il dossier nomine. A dare questa interpretazione nei giorni scorsi è stato il Movimento cinque stelle: «Il Pd metta giù la maschera e dica chiaramente che vuol sostituire il direttore del Tg3 e il conduttore di Ballarò con due renziani di stretta osservanza». Il riferimento è appunto a Bianca Berlinguer direttore del telegiornale, poco gradita al governo. Poi al conduttore ex vicedirettore di Repubblica, messo sotto accusa per una frase pronunciata durante l'ultima puntata di Ballarò. Aveva usato l'espressione «rapporto incestuoso» a proposito di Banca Etruria e del ministro Maria Elena Boschi.Prima l'attacco di Michele Anzaldi, membro della commissione di Vigilanza, ed esponente renziano del Pd, che ha chiesto a qualcuno di «rispondere», lo stesso Giannini ma anche i dirigenti «che guadagnano quattro volte più del premier non intervengono». Poi è stata la volta di diversi esponenti renziani del Pd, che hanno attaccato Giannini e ai quali Nicola Fratoianni di Sinistra italiana ha ricordato che fino a poco tempo lo stesso Renzi diceva che la Rai «non è del governo. È dei cittadini». E annuncava: «Non metterò mai il Pd nelle condizioni di prendere decisioni sulla Rai». La prospettiva di un turn over radicale, quindi tante nomine, deve avere fatto cambiare idea al governo. E la frase di Giannini secondo le opposizioni ha offerto un buon pretesto per avviare il processo. Ieri Giannini ha evitato di commentare l'attacco di Anzaldi, che ha di fatto chiesto il suo licenziamento, al pari di quello del dirigente che ha anticipato di qualche secondo il capodanno di Raiuno. «Risponderò nella puntata di Ballarò di martedì prossimo», ha annunciato il giornalista. «Io non ho mai varcato il limite della mancanza di rispetto delle persone», afferma Giannini.

«Solo chi voleva in maniera subdola equivocare poteva farlo». In studio era presente Ernesto Carbone, della segreteria nazionale del Pd, che non ha avuto niente da ridire. «Salvo poi ravvedersi». Altro indizio: la posta non è la correttezza politica della Rai.

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