Politica

Inchiesta della Dda: 'O Principe finisce nella rete dell'Arma

Era a capo dell'organizzazione che riforniva Tor Bella Monaca

Tiziana Paolocci

C'era una volta a Roma 'O Principe, che regnava sullo spaccio di cocaina. Aveva una casa sfarzosa, nella scala L di un palazzo al civico 64 di via dell'Archeologia, una delle «Torri» da 38 appartamenti, che troneggiano sul popolare quartiere di Tor Bella Monaca.

Ma più che come un sovrano Vincenzo Nastasi, 29 anni, si comportava come un manager, organizzando il lavoro, smistando i compiti, diminuendo lo stipendio a chi non li eseguiva perfettamente e arrivando anche a licenziare i membri dell'organizzazione, che produceva un volume d'affari da 200mila euro al mese. Ieri 'O Principe è finito nella rete dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma con altre 19 persone. L'ordinanza è stata emessa dal Tribunale capitolino su richiesta della Dda nei confronti di 20 italiani, tra i quali tre donne: quindici sono finiti in cella e cinque ai domiciliari. I militati hanno scoperto un articolato sodalizio criminale, dedito al traffico di «neve», strutturato con turni, mansioni e vedette. Queste avevano il compito sia di indirizzare i clienti verso i pusher, che stavano nascosti tra gli androni dei palazzi per non farsi notare, sia quello di avvisarli in caso di eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Poi c'erano gli incaricati del rifornimento e quelli che raccoglievano il denaro, come hanno scoperto gli investigatori in dieci 10 mesi di indagini, fatte di intercettazioni, pedinamenti e grazie alle informazioni fornite da due collaboratori di giustizia.

«Erano 350 gli episodi giornalieri di spaccio, soprattutto di cocaina - ha spiegato la pm Roma, Simona Marazza -. Gli arrestati sono tutti nullafacenti e nullatenenti. I clienti invece, uomini, donne e qualche minorenne». Nei guai anche la compagna di Nastasi, che gestiva il denaro. Qualcuno la chiamava Donna Imma, riferendosi alla moglie di Pietro Savastano in Gomorra. Proprio dalla serie lo stesso 'O Principe aveva preso il soprannome. «Tanto lo sanno che il 64 è mio», diceva a tutti. La sua ascesa era stata veloce. Aveva archiviato il soprannome di Bambo quando nel 2016, con un documento falso, riuscì ad ottenere un colloquio in carcere con Luigi Leoniello, precedente boss del quartiere. Nessuno sa di cosa abbiano parlato ma poi la sua ascesa era stata rapida. «A Roma il traffico di droga è un fenomeno che si snoda a vari livelli - ha detto il procuratore facente funzioni Michele Prestipino -. È la quarta indagine che facciamo a Tor Bella Monaca. Dall'inizio dell'anno poi abbiamo portato a termine almeno 15 operazioni, culminate con oltre 160 arresti».

«Questa è la vera emergenza che sta colpendo il nostro paese», ha twittato il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra.

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