Prima un dodicenne della provincia di Livorno picchiato e insultato, adesso un tredicenne fiorentino preso di mira da un coetaneo per le sue origini ebraiche. In Toscana l'odio antisemita continua a vedere protagonisti ragazzini d'età sempre più giovane, sia come vittime che nel ruolo di aggressori.
L'ultimo episodio risale a pochi giorni fa, quando a Firenze un 13enne è finito nel mirino di un bullo che vive nello stesso quartiere (Campo di Marte, ndr), a causa della religione professata dalla sua famiglia. Tutto sarebbe accaduto durante una telefonata avvenuta il 27 gennaio, proprio nella data che celebra la Giornata della Memoria: «Tu e la tua famiglia siete solo degli ebrei di m...», avrebbe detto al telefono il ragazzino senza avere il minimo riguardo verso il coetaneo.
Rispetto alla vicenda di Livorno, però, stavolta la risposta non si è fatta attendere. «Vergognati di quello che hai detto - ha replicato infatti il tredicenne -. Se ci fossi stato te nelle camere a gas dei nazisti non ti verrebbero mai in mente queste parole». A raccontarlo è la madre del giovane, che già in passato era stato vittima di bullismo a scuola per il suo aspetto fisico, tanto che lo scorso settembre i suoi genitori erano stati costretti a trasferirlo in un istituto privato al posto della scuola media pubblica Dino Compagni dove aveva frequentato i primi due anni.
«Sono orgogliosa del mio ragazzo che ha difeso la religione di suo padre - ha detto la donna -. Nella scuola gliene sono state fatte di tutti i colori tanto che alla fine, un po' per la Dad e un po' per la paura di tornare in classe, ha finito per chiudersi in sé stesso, isolandosi nella sua stanza. Lo abbiamo spostato in una scuola privata in centro e ora finalmente è felice e sta bene».
Ma nonostante il trasferimento, i problemi per il giovane non sono finiti. Dalla ex scuola, però, non arrivano conferme sul fatto che il bullismo fosse all'origine del cambio d'istituto. «Non è mai stato fatto riferimento ad episodi di bullismo da parte della famiglia del ragazzo - tiene a precisare la dirigente scolastica -. Eravamo sì al corrente di un disagio del ragazzo ma in alcun modo ciò era stato messo in correlazione con eventuali episodi di bullismo. Ci hanno contattato soltanto all'inizio dell'anno per comunicare l'intenzione di fargli cambiare scuola».
Come dopo il caso di Livorno, la comunità si è stretta intorno alla famiglia del ragazzo insultato, e anche il mondo politico ha espresso vicinanza. «Stavolta è accaduto a Firenze, città della libertà e del dialogo spiega Marco Carrai, console onorario di Israele in Toscana . È troppo, non è più possibile tollerare episodi di questo tipo.
Mentre chiediamo alle forze dell'ordine il massimo dell'impegno per fare luce sull'ennesimo accadimento e le ringrazio di cuore per questo, chiediamo anche al provveditore agli studi di approfondire ciò che da tempo si è perpetrato nel silenzio di tutti».
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