In Italia almeno mille musulmani sono sorvegliati speciali

Si tratta perlopiù di giovani che si formano sul web e si auto-radicalizzano

In Italia almeno mille musulmani sono sorvegliati speciali

Sono più di un milione e mezzo i musulmani in Italia e per il 98% sono sunniti. Perlopiù si tratta di piccolissimi artigiani marocchini, egiziani, tunisini e bengalesi e spesso tra i più giovani avanza il radicalismo salafita. Il pericolo maggiore proviene dai 9 o 10 combattenti che rientrano dalla Siria e l'Isis punta cinicamente soprattutto sulle giovani ragazze. Sono 500, forse 1000 vite in sospeso, di giovani islamici con un equilibrio instabile tra la propria fede e una radicalizzazione che può sconfinare nel jihadismo. Secondo Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali:"stimare in diverse centinaia questi ragazzi è corretto. Il contagio avviene per amicizie, per Internet, sono vicende spesso individuali, noi non abbiamo ancora la radicalizzazione dei quartieri come Francia e Belgio".

Izzedin Elzir ,il presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità islamiche) che nel 2010 invitò gli imam a parlare italiano e disse che "con gli estremisti bisogna dialogare, convincerli che sbagliano", oggi al Corriere della Sera spiega che "un musulmano, come cittadino, se vede qualsiasi cosa possa danneggiare la sicurezza del Paese, è in prima linea a denunciare e invitiamo tutti a farlo". L’Ucoii, infatti, è stata per molto tempo accusata di essere vicina alla Fratellanza Musulmana, ma Elzir parla apertamente di "terrorismo verde" (n islamico ndr) "dopo quello rosso e quello nero", che "non vincerà, perché lo Stato c’è e anche il funerale di Valeria Solesin ha dato a noi italiani un’unità che avevamo perso diverse volte. Ora però la smetta di farmi domande sulla nostra fedeltà all’Italia perché la cosa è offensiva". Il governatore del Veneto Luca Zaia, commentando la cerimonia d'addio alla ragazza uccisa a Parigi, ha evidenziato come il clima sia cambiato: "Ho sentito dagli imam giudizi forti, li ho apprezzati". Ma la situazione italiana rimane preoccupante perché inserita un contesto nel quale chiunque può auto-provlamarsi imam e in esistono solo quattro moschee ufficiali e due locali di culto «riadattati» (Segrate, Roma, Ravenna, Colle Val d’Elsa, Catania, Lecce), mentre gli altri musulmani che non frequentano la moschea si riuniscono in garage o scantinati dove non vi può essere un adeguato controllo. "Gli imam fai-da-te sono un flagello, ne abbiamo denunciati tanti. A Roma tra Centocelle e Magliana comincia a vedersi un po’ di salafismo, ma non attribuirmelo", dice Mustafà Mansouri, già membro della Consulta islamica.

Usama El Santawy, da presidente della comunità islamica di Cinisello Balsamo, spiegò al Fatto Quotidiano che "essendo i musulmani umiliati, non bisogna stupirsi se in cinquanta partono per la Siria, vanno onorati". Dal 2001 a oggi si contano 13 piani d’attacco (falliti) contro l’Italia, otto dei quali su Milano, dove su tutti spicca il tentativo del libico Mohammed Game di farsi esplodere davanti alla caserma Santa Barbara. Game è il caso tipico del terrorista cresciuto in casa che si è auto-radicalizzato."Siamo sempre in ritardo, loro cambiano in fretta" spiega un investigatore secondo cui l’articolo 270 bis del codice ha una falla, non punisce davvero la semplice adesione al terrore. Non bastano dunque le espulsioni quando non si riesce ad arrestare.

Secondo l'ex deputata marocchina Souad Sbai, ora militante della Lega, gli unici islamici moderati sono solo i laici come lei stessa si definisce e perciò dedica la sua vita a difendere le donne vittime di violenze: in 10 anni ha raccolto 14mila casi di infibulazioni.


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