L'accoglienza e chi lucra sul business

di Fausto Biloslavo

I l sindaco del «modello» Riace, star dell'accoglienza, è solo la punta dell'iceberg di idealisti, furbetti truffaldini, taxisti del mare, che cavalcano per motivi e spinte diverse il boom dei migranti. E finiscono per inciampare in guai giudiziari. Domenico Lucano, buonista pro migranti che ama il Che, non si sarà arricchito con l'accoglienza a oltranza, ma ha violato una serie di leggi per sua stessa ammissione. Il sindaco di Riace fa parte della categoria degli idealisti con una pesante spruzzata politica, che vuole accogliere tutti in una fantastica quanto irreale società armoniosamente multietnica. Peccato che per farlo violi le leggi e finisca, giustamente, agli arresti domiciliari.

Dei talebani dell'accoglienza di stampo idealista o meglio ideologico fanno parte personaggi come don Mussie Zerai portato a lungo sugli scudi dall'ex presidente della Camera, Laura Boldrini. Lo scorso autunno il Mosè dei migranti, che si vantava di averne aiutate migliaia ad arrivare in Italia è stato indagato dalla procura di Trapani per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non si ha ancora idea che fine farà l'inchiesta, che riguarda le Ong, ma è chiaro che don Zerai è un altro paladino dell'accoglienza spregiudicata. In nome del «reato di solidarietà» non si preoccupa più di tanto delle conseguenze.

La parte peggiore dell'iceberg di chi cavalca l'immigrazione è la schiera dei furbetti della truffa. Delinquenti che sfruttano l'accoglienza fregando sia i cittadini italiani che pagano le tasse pure per il sostentamento dei migranti e gli stessi nuovi arrivati. Dal famoso Mondo di mezzo di Mafia Capitale si sono moltiplicate le inchieste su onlus, coop, falsi buonisti, che hanno fatto la cresta ai fondi destinati all'accoglienza. Indimenticabile l'imprenditore «umanitario», che ostentava di girare in Ferrari grazie ai soldi per i migranti truffati allo Stato. Fra i furbetti dell'accoglienza non mancano preti, politici e pezzi dell'amministrazione pubblica.

Il terzo livello dell'iceberg riguarda le Ong finite nel mirino della magistratura, che fino allo scorso anno facevano quello che volevano nel Mediterraneo. Le più furbe, come la Moas decorata dal Quirinale, è sparita quando ha capito che il giochino delle foto dei poveri bimbi salvati in mare legato al flusso si donazioni si era inceppato.

Le irriducibili hanno il chiaro obiettivo di abbattere la «fortezza Europa», come la chiamano. Abolire le frontiere e accogliere tutti senza distinzione fra migranti economici e chi ha diritto all'asilo perché fugge dalle guerre. Alla faccia delle scelte e delle norme degli Stati applicate dai loro governi.

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