L'altra verità dei flussi elettorali: il centrodestra perde ma tiene

nostro inviato a Bologna

Quasi 700mila elettori spariti nel giro di sei mesi: da 1,2 milioni delle Europee a 535mila, 667mila voti in meno, mentre sono 300mila in meno rispetto alle Regionali del 2010. Uun'ecatombe in entrambi i casi per il Pd, abituato a elezioni bulgare in Emilia Romagna. Il neogovernatore Bonaccini è sicuro: la stragrande maggioranza dei voti persi dal Pd nella regione rossa sono finiti nell'astensione, e solo in minima quota ad altri partiti.

Il dossier dell'Istituto Cattaneo conferma la dispersione dei voti Pd nel non voto, «una grossa emorragia verso l'astensione, poco meno della metà dei suoi elettori delle Europee è finita in questa occasione tra gli astenuti», con qualche residuo (1,2%) che va verso partiti in crescita come la Lega Nord. Tendenza inversa invece nel centrodestra: «Questa volta le due principali forze di centrodestra (Forza Italia e Lega Nord) – scrivono i ricercatori dell'Istituto Cattaneo - pur perdendo una parte dei propri elettori, sono riuscite a frenare le perdite: verso l'astensione è finito meno del 30% dei loro elettori». L'altro partito svuotato dal non voto è proprio il M5S: il 69% di chi aveva votato per Grillo (assente da questa campagna elettorale) alle Europee - è il dato che emerge analizzando i flussi a Parma - ha deciso di astenersi. «Laddove manca il richiamo del leader Beppe Grillo, gli elettori di questo partito si rifugiano nell'astensione, una tendenza emersa già in precedenti occasioni». Il «test» sul campo fatto dai leghisti, però, racconta dell'altro. «Girando i paesi abbiamo trovato molta gente ci ha detto che non avrebbe più votato Grillo ma noi» racconta Fabio Rainieri, segretario della Lega in Emilia, uno degli artefici, insieme a Gianluca Pini segretario della Romagna, dell' exploit del Carroccio (che raddoppia i voti rispetto alle Europee, anche se ne prende meno rispetto al suo massimo storico del 2010) in queste terre una volta monocolore. Non è un caso che la Lega diventa primo partito (31%) a Comacchio, città governata da un sindaco grillino (espulso da Grillo), mentre è secondo partito a Parma, anche quella città grillina (ma il consenso per il sindaco Pizzarotti ormai non è più consenso per Grillo), superando di 10 punti il M5S. In fondo il tema no euro, già utilizzato dal M5S, è diventata la bandiera di Salvini, mentre le battaglie contro Equitalia e il fisco ingiusto, molto sentiti nella produttiva Emilia Romagna (specie nelle zone terremotate e alluvionate, messe in ginocchio da burocrazia e tasse) sono state portate avanti con più decisione dal Carroccio che non dal M5S. Altrove il Carroccio prende il posto del Pd, come nella provincia di Piacenza, dove il centrodestra batte il centrosinistra, mentre nella Bettola di Pier Luigi Bersani, il Pd sta 13 punti sotto la Lega.

L'emorragia colpisce Forza Italia, che perde 171mila voti rispetto alle Europee, e ancora di più se si guarda al 2010 quando però c'era il Pdl. La componente ciellina (è la terra del Meeting) è migrata in piccola parte verso Ncd, per il resto si è dispersa. Ma l'astensione dal Pd ha proporzioni maggiori di tutti.

E viene spiegato anche con l'allarme sicurezza non raccolto dal Pd locale, come anche il tema dell'immigrazione in una regione che è la prima in Italia per tasso di incidenza di stranieri. E poi la fallimentare gestione del post terremoto, con i fondi bloccati e le tasse, invece, recapitate in perfetto orario. Ce n'è parecchio da ricostruire per il Pd.

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