Ovidio aveva scritto, nelle sue Metamorfosi, la favola bellissima di Filemone e Bauci, i soli che avevano accolto, nella loro umilissima capanna, Zeus ed Ermes respinti da altre mille dimore della Frigia. Quando Giove Zeus decise di vendicarsi, scatenando la sua rabbia contro il popolo frigio, scelse di premiare i due coniugi con la salvezza della vita, una dimora di lusso. Filemone e Bauci gli chiesero un ultimo dono: di poter morire nello stesso giorno, alla stessa ora, assieme, come avevano vissuto fino ad allora. Giove li accontentò e così accadde, Zeus li trasformò in una quercia e un tiglio uniti per il tronco.
La storia immaginata e scritta da Ovidio, ritorna nella cronaca di oggi, non è più una favola, un poema epico, una metamorfosi.
È accaduta nella terra di Pisa, a Isola San Miniato dove si è tenuto ieri il funerale doppio di Albania Valori e Angiolo Cei. Doppio perché sono morti, divisi da dodici ore una dall'altro, dopo un amore bellissimo, impossibile ma verissimo, autentico, unico.
Durato sessantanove anni. Si erano sposati nel Quarantanove e hanno tenuto fede all'impegno «finché morte non ci separi». Albania aveva novantadue anni e si è spenta nella sua casa, quando l'alba annunciava il nuovo giorno. Angiolo, di novantaquattro anni, l'ha raggiunta quando stava calando la luce del pomeriggio, dal letto di ospedale nel quale era ricoverato.
C'è ancora uno spiraglio, un morso di spazio per storie d'amore come questa. C'è ancora una speranza oltre il mal vivere, le coppie scoppiate, gli stupri, le violenze e gli abusi domestici, le crisi matrimoniali, le separazioni aspre, i divorzi, le liti in tribunale.
Albania e Angiolo, già fiabeschi nei loro nomi di battesimo, vengono ora ricordati dalla fotografia seppiata del giorno più bello e atteso, quello del matrimonio, nel Quarantanove. Il sorriso di Albania è splendido, disegnato sull'incarnato illuminato dagli occhi vivi e felici, i lunghi capelli ricciuti sono il souvenir della cerimonia. Angiolo ha, invece, una smorfia sghemba a tagliare le labbra, indossa un gessato di grigio classico, candida è la camicia, quindi la cravatta a pois e il gilet.
È l'immagine che meglio riassume la loro esistenza, senza dover ricorrere alle ultime istantanee di una vita più dura ma vissuta così a lungo, così uniti fino all'ultimo, vero, respiro.
Si può, dunque, sperare, sperare di amare oltre le nuvole quotidiane, oltre gli egoismi e gli interessi personali. Ma la storia di Albania e Angiolo resta una stella cadente in un cielo troppo nero, tra amori discussi nel nulla, tra altre vicende che cancellano l'impegno.
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