Milano - È stata una settimana d'inferno per l'ancora commissario Expo Giuseppe Sala e contemporaneamente candidato sindaco alle primarie del centrosinistra a Milano. Ora c'è da vedere se faranno più male le rassegne stampa che censurano i suoi comportamenti quantomeno «leggeri» o l'endorsement di Denis Verdini che intervistato da Enrico Mentana a Bersaglio mobile ha detto che voterebbe per lui. La citazione di Gramsci, le dichiarazioni per rassicurare il popolo della sinistra sul suo pedigree di progressista doc (nonostante gli anni ai vertici di Pirelli e Telecom e l'ingresso al Comune chiamato da Letizia Moratti) e ieri l'adunata ArciGay e ArciLesbica, per poi veder tutto messo a rischio dall'uscita dell'ex belusconiano, ora stampella del governo Renzi. Verdini «chiaramente ha idee diverse dalle nostre», lo ha subito messo in riga il sindaco rosso Giuliano Pisapia che delle e primarie ha sempre più in mano il boccino. «Non c'entra - ha sentenziato -, quindi io respingerei al mittente». E del resto anche la sua vice Francesca Balzani è stata piuttosto chiara. «Un uomo pubblico - lo ha bacchettato da Radio Popolare - non deve mai trovarsi in imbarazzo, perché altrimenti il suo imbarazzo diventa anche quello della collettività che rappresenta». E qui il gioco si fa pesante. Perché l'imbarazzo è la foto di Sala che utilizzava la sede Expo come comitato elettorale e soprattutto l'inchiesta del Giornale che ha dimostrato l'utilizzo delle archistar dell'Expo per metter mano alla sua villa con vista sul mare di Zoagli. Un compenso da 72mila e 800 euro, si è affrettato a chiarire Michele De Lucchi. Con Sala ad aggiungere i «soli» 110mila della parcella Expo per il Padiglione zero. Frazionati, si è scoperto, in tre tranche da 40mila per evitare la gara e procedere all'affidamento diretto. Peccato che ancora il Giornale e il Corriere della Sera abbiano scoperto che la bugia aveva gambe davvero corte. E che lo stesso De Lucchi aveva ricevuto altri 488mila euro dalla Fiera, anche qui senza bisogno di gare e solo grazie alla sponda Expo. «Il candidato ora è in difficoltà», diceva ieri il Fatto quotidiano che il giorno prima aveva titolato «Cosche nei lavori Expo. Indagine segreta a Milano». Una ricostruzione della relazione inviata dal Comitato milanese antimafia presieduto da Nando Dalla Chiesa alla Direzione distrettuale antimafia e finita sul tavolo del procuratore aggiunto Ilda Boccassini. Segreta come l'indagine rivelata dal Corriere e archiviata da un giudice che ha concesso aSala l'attenuante «psicologica», nonostante abbia affidato a Eataly dell'imprenditore renziano Oscar Farinetti gli spazi sul decumano a condizioni molto vantaggiose. E ancora senza gara.
«Sono strumentalizzazioni», si è asserragliato ieri Sala su Repubblica dopo aver denunciato «un evidentissimo attacco politico concentrico, dove destra e giustizialismo si saldano senza tanti scrupoli». Un po' poco come spiegazione. E i sondaggi per Sala crollano. Più delle Borse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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