L'asilo sostituisce gli auguri al papà con lo "slogan etnico"

Dopo l'articolo del Giornale la scuola ammette: "Per il 19 marzo niente letterine tradizionali, puntiamo su una missiva global"

L'asilo sostituisce gli auguri al papà con lo "slogan etnico"

Ecco a voi il nuovo calendario del politicamente tragicomicocorretto: 8 marzo, Festa della donna (lesbica); 19 marzo, Festa del papà (gay); 8 maggio, Festa della mamma (bisex); 14 febbraio, Festa degli innamorati (transgender). E, mi raccomando, quando scegliete la torta, guarnitela con le facce di Niki Vendola o di Vladimir Luxuria. Il suo piccolo contributo alla «demolizione» della famiglia tradizionale (quella - cosiddetta «arcobaleno» - pare risulti assai più trendy) l'ha dato anche un asilo comunale di Milano da cui è venuta fuori la brillante idea di non celebrare più la festa del papà «per rispetto delle coppie gay». Insomma, si sono chiesti i «creativi» dell'asilo di via Toce, se un nostro bimbo - «figlio» di una coppia omo - portasse a casa la tradizionale letterina di auguri, a chi la consegnerebbe? Al papà «vero», a quello di «riserva»? Nel dubbio, e per evitare imbarazzi, qualcuno ha tirato fuori l'idea vincente: niente letterina, niente doni e niente auguri né al «primo», né al «secondo» papà. Ma se un bimbo - pur rischiando di essere fuori «moda - di papà ne ha uno solo? Si arrangi, adeguandosi alla nouvelle vague dei genitori dal sesso polifunzionale. Nella disputa fra tradizionalisti e sperimentatori di identità genitoriali alternative, sarebbe stato auspicabile un intervento chiarificatore dell'Assessorato all'Educazione che invece se n'è uscito con una dichiarazione al cui confronto perfino Ponzio Pilato sembra un decisionista: «Mai fatto disposizioni relative a regali o feste per le giornate del papà o della mamma. Si tratta di iniziative gestite in base alla discrezione, alla libertà didattica e alla sensibilità delle educatrici».Chi si è invece fatto sentire sono stati alcuni esponenti del centrodestra che, all'unisono, hanno urlato: «Se con l'abolizione della festa del Natale nelle scuole pensavamo di avere toccato il fondo, ci sbagliavamo di grosso: ora il politicamente corretto travolge anche la festa del papà. Che piaccia o meno, il papà e la mamma sono e saranno per sempre figure di riferimento per tutti i bambini. A questo ennesimo tentativo di distruggere la nostra società, pretendendo di imporre un mondo alla rovescia, dobbiamo rispondere con forza facendo sentire in tutti gli ambiti possibili la nostra voce». Ma nell'asilo di via Toce non tutti gli educatori sembrano essere d'accordo con chi ormai pare guardare con diffidenza la famiglia «tradizionale» fondata - quando si dice la «stravaganza» - su un padre maschio e una madre femmina. Dopo l'articolo del Giornale di ieri nell'asilo «anti-papà» è scoppiato il putiferio.

Risultato: dall'assessore all'Educazione del Comune di Milano una pioggia di distinguo un po' puerili e una «toppa» che, forse, è peggio del buco: «Quest'anno il lavoretto non sarà legato alla ricorrenza del 19 marzo, ma all'origine delle varie etnie». Ma che c'entrano le «varie etnie» con la festa del papà? Boh.

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