Roma - Acquistata, ritirata, visionata e respinta al mittente. Una neonata di Latina è stata trattata come un pacco da tre balordi, finiti in manette, e a trenta giorni di vita ha già conosciuto quanto può essere squallido e crudele l'essere umano. La madre, che non l'ha voluta e l'ha venduta, la donna che l'ha comprata per poi restituirla perché mulatta e l'intermediario che ha fatto da tramite nell'operazione.
Tutti e tre sono finiti ai domiciliari su disposizione del Gip Laura Matilde Campoli, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Gregorio Capasso. L'accusa è di alterazione di stato civile e violazione della tutela del minore consistita nell'affidamento illegittimo. A sollevare il velo sulla vicenda sono stati gli agenti della squadra mobile di Latina, coordinati dal dirigente Antonio Galante, dopo la denuncia sporta da due funzionari dell'ufficio di stato civile del Comune. Alla Procura avevano raccontato il comportamento sospetto di una donna, scomparsa nel nulla dopo aver chiesto informazioni per registrare all'anagrafe la figlia nata in casa. Fortunatamente i due avevano appuntato su un foglio il cognome della fantomatica madre, incuriositi dal fatto che avesse il ventre piatto, nonostante il parto fosse avvenuto poche ore prima. I poliziotti sono arrivati così a Borgo Podgora, dove vive Francesca Zorzo, 35 anni. Qui hanno scoperto che la donna, già madre di un bambino e sposata con un uomo ora in prigione per reati di droga, da tempo sognava un altro figlio. Un desiderio che l'ha spinta, come ha poi ammesso, a inscenare per mesi una finta gravidanza, indossando una panciera finta acquistata on-line. A tutti aveva raccontato di esser rimasta incinta durante un permesso premio del marito. Ma dietro a quella bugia assurda si nascondeva un reato altrettanto orribile, come hanno accertato le Procure di Latina, Velletri, Roma e il Tribunale dei minorenni. Per ventimila euro aveva comprato la figlia di Nicoleta Tanase, romena di 24 anni, che non voleva la bambina. L'aveva, infatti, prima lasciata in ospedale ad Anzio, dove era stata partorita, poi era tornata a prenderla in tempo utile perché non fossero avviate le pratiche di adozione, sapendo che con l'intermediazione di Iusseff Berrazzouk, marocchino di 39 anni residente a Latina, l'avrebbe venduta ricavando una bella somma.
Quando la polizia è arrivata a casa di Francesca Zorzo, però, la piccola non c'era già più. L'italiana l'aveva data indietro quando aveva scoperto che era mulatta, perché la gente avrebbe fatto domande imbarazzanti sulla paternità, a quel punto difficilmente attribuibile al marito. Agli investigatori la donna non ha saputo fornire le generalità della romena ma ha detto che la bimba era nata ad Anzio. È stato il personale della pediatria dell'ospedale pontino a portare gli agenti sulle orme di Nicoleta Tanese, che aveva ancora una volta allontanato sua figlia, dandola a quello che sembrerebbe essere il padre naturale.
Dopo due giorni ininterrotti di perquisizioni e accertamenti i poliziotti sono arrivati all'uomo, un richiedente asilo proveniente dal Mali che vive a Roma. La neonata era in ottime condizioni e sarà affidata dal Tribunale dei minori a una struttura protetta. Per lei si chiude un incubo e forse ora inizia la vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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