"Un lavoro ai reclusi nei Cpr". La presidente di Cassazione riscrive le leggi sui clandestini

La Cassano critica l'esecutivo sulla sicurezza. La Lega si infuria: "Allibiti dalle sue parole"

"Un lavoro ai reclusi nei Cpr". La presidente di Cassazione riscrive le leggi sui clandestini
00:00 00:00

Il buonismo della giurisprudenza creativa in materia di immigrazione trova linfa vitale nelle parole del primo presidente di Cassazione Margherita Cassano pronunciate nei giorni scorsi, che improvvisamente dopo più di dieci anni dalla loro istituzione pone il problema dei Cpr. E questo spiegherebbe il perché di alcuni recenti pronunciamenti sul diritto d'asilo contro le procedure accelerate di rimpatrio, per non parlare del Massimario anti protocollo Italia-Albania della Suprema corte che ha spaccato magistratura e politica. Secondo l'alto magistrato, nei Cpr - pieni di gente che ha commesso reati anche gravi e che deve essere espulsa - bisognerebbe fare una serie di interviste per interrogare questi clandestini senza diritto d'asilo quali siano "le loro abilità professionali, il lavoro che facevano nei loro Paesi di provenienza, prima di approdare in Italia", altrimenti "diventano facilmente manovalanza del crimine". Questo perché così si potrebbero "prevedere e programmare interventi lavorativi mirati nei diversi territori sulla base delle loro competenze". Frasi che hanno fatto infuriare il centrodestra.

I Cpr esplodono perché il sistema delle espulsioni è arrugginito da una giurisprudenza benevola, tanto che i disordini e i reati dentro i centri non si contano. Certo, in teoria c'è una logica nella volontà di provare a creare dei corridoi per "legalizzare" la presenza dei migranti in Italia, ma per questo esiste già il decreto Flussi (su cui la mafia ha messo le manine, gonfiando ad arte le offerte di lavoro con la complicità di Caf e datori di lavoro) ma qui la Cassano fa una netta invasione di campo, teorizzando politiche sociali non solo insostenibili ma persino offensive rispetto ai disoccupati italiani e ai migranti regolari in cerca di lavoro. Ai magistrati spesso sfugge che questa gente non ha nessuna voglia di inserirsi nel nostro tessuto sociale, perché ha capito che delinquere conviene, visto l'orientamento benevolo della giurisprudenza.

Non paga, il primo magistrato d'Italia prossima all'addio - andrà in pensione il 9 settembre - approfitta di una manifestazione a Firenze su carceri e giustizia per accusare l'esecutivo di legiferare a suon di "istanze securitarie" che a suo dire "portano alla moltiplicazione di una serie di reati con effetti più simbolici che sostanziali, facendo credere alla collettività risposte assolutamente severe e creando aspettative che non corrispondono al reale".

Parole al vetriolo che hanno scatenato le reazioni del centrodestra.

"Siamo allibiti dalle parole del presidente della Cassazione", sottolinea la leghista Elena Meini, capogruppo in Regione Toscana, secondo cui "questi sono già delinquenti, tra i più pericolosi per la collettività". FMan

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica