Come mai i talebani dell'accoglienza di Open Arms trovano mille scuse per non portare i migranti in Spagna? Perché fin dall'inizio il loro obiettivo era di sbarcare in Italia. Una scelta dettata da motivi politici, legali ed economici come ha tranquillamente spiegato Oscar Camps, fondatore della Ong, all'inizio della campagna estiva. «Preferisco che la nave sia fermata da Salvini e non da Pedro Sánchez (il premier spagnolo ndr), a causa delle conseguenze economiche e legali», aveva dichiarato l'estremista umanitario. La frase fa parte di un'intervista rilasciata da Camps il 5 luglio a bordo della nave Open Arms pubblicata sul giornale on line eldiario.es. Una testata con una chiara linea di sinistra. Il giornalista freelance, Olmo Calvo, chiede al guru di Proactiva Open Arms se pensa «che la Spagna sia più repressiva dell'Italia di Salvini?». Camps osserva che la separazione dei poteri in Italia ha portato alla fine alla scarcerazione di Carola Rackete, la capitana tedesca della nave Sea watch 3 sbarcata a forza a Lampedusa. E poi aggiunge: «E' chiaro che preferisco che la nave (Open Arms ndr) sia fermata da Salvini (il ministro dell'Interno italiano ndr) e non da Pedro Sánchez (il premier spagnolo ndr), a causa delle conseguenze economiche e legali».
All'inizio di luglio non era ancora stato varato il decreto sicurezza bis e le multe per le Ong che violano le norme arrivavano al massimo a 50mila euro. In ogni caso Open Arms è riuscita ad aggirare anche il nuovo decreto, che prevede sanzioni fino ad 1 milione di euro, grazie al Tar de Lazio, che le ha permesso di arrivare di fronte al porto di Lampedusa.
La preoccupazione di Camps è che la Spagna gli aveva intimato il 27 giugno, con una lettera della direzione della Martina mercantile, che la nave Open Arms «non può eseguire operazioni di salvataggio». E se lo fa rischia una multa fino a 901.000 euro.
Camps confidando nel nostro paese ventre molle dell'Europa, nel sistema giudiziario italiano e deciso a ingaggiare una battaglia mediatica e politica con Salvini ha continuato a puntare su Lampedusa per lo sbarco dei migranti. Per questo motivo non vuole andare in Spagna consapevole che potrebbe incorrere in grane ben più grosse. Benito Núñez Quintanilla, direttore generale della Marina mercantile, certificava, nella lettera del 27 giugno, che Open Arms «non può svolgere operazioni di salvataggio» se non «in conformità con l'autorità responsabile dell'area di ricerca e soccorso». L'Ong si è sempre rifiutata di collaborare con la Guardia costiera libica. Per i migranti ancora a bordo della sua nave non aveva ricevuto alcun via libera da altri Centri di soccorso, tantomeno quello italiano.
Madrid concede ai talebani dell'accoglienza solo
«operazioni di salvataggio spontanee oppure occasionali», ma Open Arms è andata a cercare appositamente i migranti al largo della Libia.In caso di violazione rischia di venire «sanzionata con multe da 300mila a 901.000 euro».
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