Le fibrillazioni nel governo, che accompagnano il via libera al prelievo del 40% sugli extraprofitti delle banche, sono le classiche scosse di assestamento pre-vacanze. Un provvedimento «esplosivo» che fa saltare tutti gli schemi. La sinistra è in tilt. Nel centrodestra le tensioni si registrano in casa Lega. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti prima diserta la conferenza stampa al termine del Cdm e poi getta acqua sul fuoco: «La misura proposta dal Mef, condivisa e approvata dal Consiglio dei ministri, nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa. Al tempo stesso la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1% del totale dell'attivo. Gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, raccomandazione poi richiamata dal ministro Giorgetti in occasione dell'assembla Abi lo scorso 5 luglio, non avranno impatti significativi»- spiega il Mef in una nota.
Il vicepremier Tajani sintetizza al Giornale la posizione di Forza Italia: «In Parlamento chiederemo che i proventi della tassa sugli extraprofitti siano vincolati all'abbassamento dei tassi dei mutui per le famiglie e all'aumento degli stipendi dei lavoratori». A mente fredda, però, il capogruppo alla Camera Paolo Barelli apre all'ipotesi di una correzione, temendo una rivolta dell'ala liberale. Nel pomeriggio (di ieri) tocca sempre a Barelli chiudere il caso, con una nuova dichiarazione: «Ora il governo deve provvedere affinché i proventi della tassazione sugli extra profitti delle banche siano indirizzati al taglio del cuneo fiscale, alla defiscalizzazione delle tredicesime e degli straordinari a favore dei lavoratori con redditi più bassi». L'introduzione della tassa sugli extraprofitti delle banche rinsalda l'asse tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. In Fratelli d'Italia non si registrano sbavature. A sottolineare l'importanza della misura il commento è affidato al sottosegretario con delega all'Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, (uno che parla solo nei passaggi cruciali): «Questo è l'unico governo che ha la forza di tassare le banche perché è l'unico che non ha rapporti privilegiati col sistema bancario. Con il governo giallorosso si sono volutamente create le condizioni per far fare enormi profitti alle banche. L'esempio più lampante è il superbonus. Tassare gli extraprofitti è un provvedimento di buonsenso che non metterà in difficoltà le banche, gli investitori possono stare tranquilli. La misura nasce dall'esigenza di equilibrare il sistema del credito: un mercato equilibrato è dove si incontrano domanda e offerta di risparmio e investimento, mentre ora si registrano due tassi di riferimento molto distanti tra loro, quelli di accesso al credito e quelli riconosciuti quando si versa, un fattore di grosso squilibrio. Quindi con il prelievo sugli extraprofitti non solo si fa una operazione di giustizia ma si riduce anche una stortura di questo genere» - spiega Fazzolari. La destra sociale è in delirio. Nel Carroccio il caso Giorgetti si chiude in una notte. Matteo Salvini riunisce i big del partito con Giorgetti e blinda la linea. «Nella Lega c'è la convinzione filtra dalla riunione - che il prelievo sui maxi margini delle banche - che hanno guadagnato decine di miliardi in questo periodo - sia la strada giusta». Il senatore del Carroccio Claudio Borghi è netto: «Misura corretta.
C'è chi parla di misura dirigista ma anche negli Stati Uniti, patria del liberismo, le tasse da "windfall gains" ovvero su profitti non derivanti da merito ma da circostanze fortunate sono ben note in teoria economica e perfettamente accettate» dice il senatore al Giornale. Il vero cortocircuito si accende nella metà campo delle opposizioni. Il Terzo Polo boccia la misura. Il leader del M5s Giuseppe Conte è costretto a fare i complimenti al governo: «Meglio tardi che mai».
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