La Lega dei miracoli chiude ad Alfano e aspetta Forza Italia

Salvini risponde agli insulti Ncd: "Allearmi con chi vale il 2%? Io guardo a 10 milioni di moderati"

La Lega dei miracoli chiude ad Alfano e aspetta Forza Italia

Meglio le stelle vere. Quelle sì, che brillano sempre. Anche di giorno. Anche il giorno dopo una tornata elettorale disastrosa. Faccenda tristemente troppo terrena che suscita solo rancori, sospetti e voglia di indagare e di seguire le tracce di qualcosa di irraggiungibile. Meglio quelle stelle vere, che le stelle sparute, giusto cinque ( nomen omen ) che Grillo è riuscito a raccattare in Emilia-Romagna, prima di sparire inabissandosi col suo Movimento. Quella forza «irresistibile», costruita a suon di vaffa che sembrava essere approdata nel gran feudo del Pd per portar via voti al partito di governo di quella Regione.

E invece? Invece ecco la Lega del tandem Salvini-Fabbri che, viaggiando in tandem, inanellando 17mila chilometri nella regione non più rossa rossa e, soprattutto, spendendo poco per la campagna elettorale («ci è costata meno che la sola kermesse di Renzi al Paladozza», ha tuonato ieri Salvini in via Bellerio a Milano) ha risucchiato gran parte dei consensi che, soltanto poco tempo, molti avrebbero volentieri indirizzato verso i grillini.

E così ecco che asciutto, sbrigativo ma felice Matteo Salvini nel quartier generale della Lega Nord ieri ha snocciolato i numeri della brillante prestazione che ha portato i leghisti oltre la soglia del 19 per cento dei consensi. «E i numeri - ha sottolineato guardando con soddisfazione il candidato dell'exploit, Alan Fabbri al suo fianco - dicono che in sei mesi abbiamo raddoppiato i nostri voti. Siamo passati da 116mila delle Europee ai 233mila delle elezioni di domenica. Abbiamo quadruplicato la percentuali». Volete sapere cosa pensiamo di queste elezioni? «La nostra valutazione è che non ha vinto nessuno. Quindi, a differenza di Renzi, che gongola e twitta , noi ci domandiamo perché due persone su tre sono rimaste a casa e non sono andate a votare e per questo motivo facciamo autocritica. Per capire come presentarci in futuro a questi non elettori. Per la verità, se proprio ci tenete a saperlo, non mi appassiona particolarmente l'aver superato Grillo», si schermisce, concludendo Salvini. Fatto sta che i numeri della disfatta di Grillo non lasciano spazio alle interpretazioni irreali. La candidata governatrice Giulia Gibertoni si è fermata soltanto, infatti, al 13,3 per cento, contro il 24 per cento delle Politiche 2013 e il 19,2 per cento delle Europee del maggio scorso. E se Grillo fa finta di nulla, la rabbia e la delusione dei grillini si percepiscono abbondantemente sui vari social network . Su Facebook si affolla il dibattito dei sostenitori e dei militanti, mentre su Twitter già poco dopo i risultati definitivi viaggiava l'hashtag «#Qualcosanonquadra».

Ma è il botta e risposta con il leader Ncd Angelino Alfano a tenere banco: «Con Salvini si afferma lo schema di una Lega vincente al Nord in un centrodestra perdente. Al Sud invece la sorpresa siamo noi, con un risultato straordinario», dice il ministro dell'Interno, che punta il dito contro l'europarlamentare: «Forza Italia continua a perdere, noi vinciamo la nostra scommessa e Salvini diventa il protagonista principale di un centrodestra che si arrende alla sconfitta».

Parole al vetriolo, alle quali Salvini risponde per le rime: «Chiunque sostenga Renzi sostiene le politiche di Bruxelles, perché Renzi è la brutta copia di Monti.

L'idea di allearmi con Alfano non mi sfiora neanche lontanamente - sottolinea l'europarlamentare del Carroccio - Non sono nemico di nessuno, ma se vuoi costruire l'alternativa a Renzi non ci governi assieme. Ncd rappresenta il 2%. Io voglio parlare ai 10 milioni elettori moderati che non vanno a votare». Un messaggio diretto a Forza Italia.

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