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Lega pronta a sfilare a Roma e i comunisti soffiano sul fuoco

Salvini diserta l'incontro con Mattarella: al Colle vanno i due capigruppo. E Sel prepara una contromanifestazione per sabato: «Non vogliamo vedere fascisti e razzisti»

Lega pronta a sfilare a Roma e i comunisti soffiano sul fuoco

Roma - Non fa una piega, non muove nemmeno un muscolo Sergio Mattarella quando nel suo studio la delegazione del Carroccio gli chiede di «fermare il dittatorello Renzi». Dopo l'Aventino, dopo le polemiche, dopo i tempi forzati imposti dal governo sulle riforme costituzionali, la Lega incontra dunque il capo dello Stato per segnalare i «troppi decreti» e «lo scarso rispetto mostrato dal presidente del Consiglio verso il Parlamento». Mattarella accoglie i capigruppo, offre loro un caffè, li ascolta con «la massima attenzione» e prende atto delle osservazioni, ma la cosa finisce là.

Sarà per questo che Matteo Salvini ha snobbato l'appuntamento e ha spedito al Quirinale Massimo Fedriga e Gian Marco Centinaio, che comunque al termine dell'udienza si dicono soddisfatti. «È andata bene, Napolitano nemmeno ci volle ricevere». Il segretario ha scelto un altro colle romano, il Campidoglio, dove compare in maglietta bianca con scritto «Renzi a casa» e dove presenta la manifestazione di sabato contro il governo. A piedi, con Salvini, un gruppo di parlamentari, anche loro con t-shirt a tema. Una volta raggiunta la piazza di Michelangelo, il manipolo leghista srotola uno striscione contro il sindaco: «Marino a casa». Tensione e parole grosse con un alcuni consiglieri comunali di Sel, pronti a mostrare un contro-striscione: «Salvini a casa, via i razzisti dalla capitale». Protestano anche delle studentesse e delle precarie. Qualcuno gli grida «fascista vattene», lui non risponde e manda baci. «Non replico a quattro poveretti. Sono qui per aiutare i romani a riprendersi la loro bellissima città da un sindaco inadeguato».

E questo forse è soltanto l'assaggio. Si preannuncia infatti un sabato molto delicato sul fronte dell'ordine pubblico. «Noi siamo pacifisti», dice Salvini. «Se ci saranno scontri - aggiunge il senatore del Carroccio Raffaele Volpi - sarà colpa di Renzi che con le sue frasi offensive fomenta l'odio». Mentre Salvini parlerà a Piazza del Popolo, alle 14 partirà dall'Esquilino un contro-corteo organizzato dai movimenti. E pure Sel sarà in piazza contro la manifestazione della camicie verdi. C'è stata polemica nei giorni scorsi sulla partecipazione di gruppi di estrema destra, come Casa Pound. Tra i più critici, Flavio Tosi, che ha parlato di «deriva lepenista».

Il sindaco di Verona contesta la linea «di destra e non di centrodestra» del segretario, vorrebbe aprire a Ncd oltre che a Forza Italia e forse si presenterà in Veneto contro Zaia. Ma non lascerà il partito, farà il Fitto della Lega.

«Non ho mai messo in discussione la candidatura di Zaia, le cose stavano andando lisce e tranquille fino a quando c'è stata questa ingerenza lombarda. Salvini in pratica ha detto che la Liga Veneta non serve a nulla». Però non esce. Se non è pace, è tregua. «Tosè non è fuori - annuncia Salvini -. Dai Flavio, non fare casini adesso, potrai governare il Veneto dopo il secondo mandato di Zaia».

Quanto a Ncd, «mai con Alfano, il Cav si adegui».

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