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La cassaforte dei soldi fantasma: l'ultima eredità di Conte & Co

Miliardi di euro fermi. Con interi settori economici appesi all’emanazione di decreti attuativi da parte dei ministeri. E se ci si allarga a tutte le leggi approvate dal Conte2, i provvedimenti mancanti arrivano a quota 506

La cassaforte dei soldi fantasma: l'ultima eredità di Conte & Co

Miliardi di euro fermi. Con interi settori economici appesi all’emanazione di decreti attuativi da parte dei ministeri del Conte2. Mentre i partiti di maggioranza capiscono ancora che destino dare all’Italia tra Conte-ter e governo istituzionale, le legge di Bilancio 2021, approvata a fine anno in zona Cesarini per evitare l’esercizio provvisorio, c’è ma ancora non si vede. Ci sono i bonus, come gli incentivi auto, o quelli per il rinnovo dei sistemi idrici, il famigerato bonus rubinetti. Misure che tanto hanno fatto discutere e per cui sono stati previsti 20 milioni di euro ciascuna. Così come il bonus occhiali, che introduce, o meglio dovrebbe introdurre, uno sconto di 50 euro per chi li acquista: lo stanziamento è di 5 milioni all’anno, fino al 2023. Ma sono soldi che esistono al momento solo sulla carta. Così come è solo teorico il miliardo di euro per “l’esonero contributivo di lavoratori autonomi e dai professionisti”, colpiti dalla crisi innescata dal Covid-19. Stesso destino spetta agli oltre 250 milioni stanziati in Bilancio, per il prossimo biennio, per consentire “la riconversione e riqualificazione produttiva delle aree in crisi industriale complessa”. Un sostegno sui territori e per l’occupazione, ma incagliato nei cassetti del ministero dello sviluppo economico. Altri 60 milioni, da spalmare su tre anni, sono destinati alle imprese “creative”. Ma anche la creatività è in stand-by. In attesa di decreto.

Come è possibile tutto questo? La legge di Bilancio, l’ultima varata dal governo Conte 2, richiede l’adozione di un totale di 150 provvedimenti attuativi. Parliamo, cioè, di provvedimenti che i vari ministeri di competenza devono predisporre per rendere esecutive le leggi. Una sorta di “secondo tempo” dell’attività legislativa senza la quale le leggi esistono solo su carta e non nei fatti. Il problema, però, è che dei 150 provvedimenti solo uno è stato attuato: ne mancano all’appello 149. Certo, alcuni non sono ancora scaduti, ma ogni giorno di ritardo è un colpo al cuore di un’economia già fiaccata. “Senza i decreti attuativi le misure restano un obiettivo, ma non trovato una concreta applicazione attuato”, dice a IlGiornale.it Giovanni Guzzetta professore di diritto costituzionale nell’Università di Roma Tor Vergata. “Se - aggiunge Guzzetta - la disposizione prevede l'identificazione dei criteri e delle modalità di attuazione, significa che quegli stanziamenti non sono ancora operativi”.

E al di là dell’aspetto tecnico ci sono conseguenze economiche. “Si produce un effetto-boomerang dei bonus non attuati. In questo modo c’è la depressione di un intero settore, perché si attendono gli incentivi. Ma, finché non ci sono, si ferma tutto. In pratica si punta a stimolare un settore economico, ma di fatto lo si danneggia per il ritardo dei decreti. Lo abbiamo già visto con il famoso bonus ristrutturazioni del 110%”, dice a IlGiornale.it il deputato della Lega, Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze alla Camera. “Inoltre - aggiunge il parlamentare leghista - l’effetto ottenuto è che alla fine dell'anno i bonus non vengono utilizzati in pieno. Se viene ridotto il periodo di possibile impiego del bonus stesso, capita che i fondi non siano spesi totalmente”. Un gioco di illusionismo.

In ballo non ci sono solo i bonus che stimolano comparti economici. Tra le altre cose, si è ancora in atteso di un provvedimento prioritario nel contrasto alla pandemia: il ministero della Salute deve adottare un decreto attuativo per definire il “piano strategico vaccini Covid finalizzato a garantire il massimo livello di copertura vaccinale sul territorio nazionale”. Sempre in materia di salute, latita ancora il decreto per individuare “ulteriori risorse per integrare il contributo ordinario statale all'Istituto Superiore di Sanità”. Nel testo della Legge di Bilancio figurano 45 milioni in più da destinare all’istituto guidato oggi da Silvio Brusaferro. All’Iss attendono quando sarà esecutiva la legge. Restando in materia di pandemia, ci sarebbero 200 milioni di euro del “fondo destinato all’erogazione di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico, destinato anche a studenti, per l’attuazione delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19”. Quel potenziamento dei trasporti che dovrebbe essere un altro punto in cima all’agenda, di cui tanto si parla. “È un modus operandi di questo governo. Prevede norme complicate, riservandosi la specificazione nei decreti attuativi, che poi tardano ad arrivare”, osserva ancora Gusmeroli, annunciando un’interrogazione parlamentare della Lega sulla questione.

Già. Modus operandi che va avanti da tempo. A distanza di più di un anno, infatti, anche se guardiamo alla legge di Bilancio 2020, mancano all’appello altri 70 provvedimenti attuativi. Non è mai stato definito, per dire, un “Piano nazionale di interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico”. Peccato: sarebbero stati stanziati 40 milioni nel 2020 e 20 gli anni successivi. E peccato anche per l’introduzione, in via sperimentale, delle “modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche, europee e per i referendum”: sarebbe stato un importante traguardo per il Movimento cinque stelle, ma qualcuno si è dimenticato il provvedimento attuativo. E, ancora, esistono solo su carta la “ripartizione delle risorse destinate per l'anno 2020 a investimenti in conto capitale non inferiori a euro 400.000 per la infrastrutturazione di sedi e laboratori coerenti con i processi di innovazione tecnologica 4.0”, le “modalità attuative per acquisire il contributo previsto per il sostegno all'acquisto di sostituti del latte materno” e, restando in tempi di bambini, niente si sa del provvedimento che avrebbe permesso di individuare i progetti di “costruzione, ristrutturazione e riqualificazione di asili nido e scuole per l'infanzia”. Curioso il caso di un altro provvedimento simbolo dei pentastellati: lo sviluppo delle reti ciclabili urbane (per cui si prevedeva uno stanziamento di 50 milioni nei prossimi anni). Le modalità di erogazione del fondo ad hoc dovevano essere approvate entro tre mesi dall’approvazione della legge. Di mesi ne sono passati 13 e niente è accaduto.

Numeri e dati, questi, che non lasciano ben sperare neanche per il futuro. “Tremano i polsi al solo pensiero che il Conte-ter in gestazione in queste ore, replicando gli stessi errori del recente passato, potrebbero essere chiamato a gestire il Recovery Fund, l’ultimo treno che il Paese può prendere per agganciare una ripresa economica stabile e duratura. Un treno che, viste le premesse, l’Italia rischia di perdere”, spiega l’onorevole Sestino Giacomoni (Forza Italia). La prateria delle mancanze in effetti è vasta. Tornando all’ultima legge di Bilancio manca ancora il decreto per stabilire per lo stanziamento di 145 milioni di euro previsti nel triennio 2021-2023 per le Olimpiadi invernali del 2026. Che dire, ancora, del mondo del lavoro: si attende di sapere come saranno investiti i 180 milioni di euro per il “fondo sociale per l'occupazione e la formazione” e “per il completamento dei piani di recupero occupazionale”. Ad attendere impazienti il lavoro ministeriale sono soprattutto i Comuni. La ragione è semplice. Tra le tante cose, in ballo ci sono 12 milioni di euro per la “ripartizione del fondo per il ristoro ai Comuni delle minori entrate derivate dal parziale esonero del pagamento dell'Imu e della tassa sui rifiuti sugli immobili non locati di proprietà di soggetti non residenti in Italia”. Ma anche i 100 milioni per la “modalità di riparto del fondo istituito per risanare i comuni con deficit strutturale imputabile alle caratteristiche socio-economiche della collettività” e i 10 milioni destinati all’incremento del “fondo per i Comuni in stato di dissesto finanziario”. E infine consentire è assente il decreto per stabilire “l’erogazione dei servizi di trasporto scolastico in conformità alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19”.

“Molte misure richiedono decreti attuativi perché necessitano di procedure amministrative, fondamentali per individuare i beneficiari delle norme. Dunque, non sono un'eresia, né un escamotage del legislatore”, puntualizza però Guzzetta. Anche se, annota il docente, da un posto di vista politico “c’è un effetto annuncio nel momento in cui si approva una disposizione, che tuttavia è mancante delle gambe per camminare”. Un effetto che, a onor del vero, dura da anni e non riguarda solo la legge di Bilancio. Secondo quanto risulta a IlGiornale.it, il governo Conte 2 deve ancora approvare la belle di 506 provvedimenti attuativi che fanno riferimento alle varie leggi approvate dai giallorossi. Ed è difficile non pensare, vista la mole, al famigerato effetto annuncio. “Il Conte bis - chiosa ancora Giacomoni - ha fatto tanto di quel fumo che sta ‘intossicando’ il Paese. L’assenza di così tanti provvedimenti attuativi dimostra l’inconcludenza e l’inutilità di un esecutivo che ha sempre fatto prevalere l’apparire all’essere.

Questo governo passerà alla storia come il governo della “truffa”, verrà ribattezzato il ‘Conte della fuffa’, perché hanno istituito fondi e fondini, bonus a pioggia, norme di spesa per poter fare qualsiasi cosa, ma se poi non si preoccupano di attuare le disposizioni annunciate, restano solo gli spot, ed è solo pubblicità ingannevole a discapito delle legittime aspettative dei cittadini”.

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