Politica

L'emergenza immigrati per l'Italia è un salasso: spesi 5 miliardi in due anni

Renzi continua a negare gli sbarchi: "Solo allarmi elettorali". Ma in mare da gennaio sono morti 2.500 disperati

L'emergenza immigrati per l'Italia è un salasso: spesi 5 miliardi in due anni

Roma - Gli ultimi dati dicono che solo la scorsa settimana il Mediterraneo ha inghiottito più di mille migranti, che dall'inizio del 2016 sono stati 204mila i disperati che hanno affrontato i viaggi della speranza per raggiungere l'Europa e che la gestione degli immigrati giunti via mare è costata all'Italia quasi 5 miliardi in due anni.

Ma Matteo Renzi nega l'evidenza. Per il premier «è chiaro che sul tema dell'immigrazione si gioca la sfida della paura, ma i numeri sono profondamente diversi da quelli raccontanti: non c'è un aumento dei migranti rispetto allo scorso anno, ma solo un aumento di allarmi a fini elettorali». Esagerazioni del centrodestra, insomma. Eppure i numeri parlano di un sorpasso rispetto al 2015, realizzato con i massicci sbarchi del weekend: da gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 47.740 migranti, il 4 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Soltanto a maggio sono arrivate via mare 19.819 persone. Dati preoccupanti, soprattutto perché gli arrivi si sono concentrati in pochi giorni e non lasciano presagire nulla di buono per il futuro. Preoccupanti soprattutto quelli forniti dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati sulle vittime dei continui naufragi: 2.510 dall'inizio dell'anno (2.119 delle quali seguendo la rotta più pericolosa, dalle coste africane verso l'Italia), contro le 1.855 dello stesso periodo del 2015. Ma anche quelli emersi dalla relazione annuale di Banca Italia, che aggiorna i costi dell'immigrazione per il biennio 2014-2015 aggiungendo ai 3,3 miliardi di euro per la gestione degli arrivi, l'accoglienza e l'ospitalità, altri 1,6 miliardi per il funzionamento dell'apparato amministrativo, per le prestazioni sanitarie e l'inserimento scolastico dei minori.

Anche se Renzi minimizza, parlando di «allarmi elettorali», i numeri dell'Agenzia Onu dicono che 1 migrante su 23 muore cercando di raggiungere l'Europa su uno dei tanti barconi sovraccarichi salpati dal Nord Africa o dalla Turchia. «Un anno particolarmente letale» per le rotte migratorie, quello in corso, secondo il portavoce dell'Unhcr, Ginevra William Splinder, che denuncia anche la presenza di scafisti sempre più senza scrupoli sulle coste della Libia, in particolare nell'area di Sabratha, a ovest di Tripoli, i quali non esitano a caricare i barconi fino all'inverosimile, facendo salire a bordo fino a 600 o più persone. Negli ultimi giorni, inoltre, le partenze sarebbero aumentate per la volontà degli scafisti di massimizzare gli introiti prima dell'inizio del Ramadan.

Dopo le critiche arrivate dall'Agenzia Onu per i rifugiati ai paesi dell'Unione sul numero dei ricollocamenti effettuati, ieri la Commissione europea ha ribadito che se i governi nazionali non soddisferanno le quote di ricollocamento di 160mila migranti che si sono impegnati ad accogliere in due anni da Grecia e Italia, è possibile che vengano avviate contro di loro procedure di infrazione. «Per la prima volta vediamo ricollocamenti su base giornaliera - ha detto la viceportavoce capo dell'esecutivo Ue, Mina Andreeva - ma il ritmo deve aumentare. Stiamo parlando di una legge Ue, di una decisione legalmente vincolante».

La Commissione europea, invece, ha fatto sapere di essere in attesa di chiarimenti da parte delle autorità italiane sugli hotspot galleggianti.

Commenti