L'eroe anticamorra di Saviano mediava tra mafia e coop rosse

Indagato l'ex senatore Ds Diana. I pm: fu il tramite tra la Cpl e i boss in cambio di consenso e favori per i figli. E l'amico de Magistris lo molla

Massimo Malpica

RomaL'icona anticamorra finisce indagata per concorso esterno in associazione mafiosa. Lorenzo Diana, già parlamentare con i Ds, citato come «eroe» da Saviano in «Gomorra», e teste d'accusa nel processo a Nicola Cosentino, da ieri è indagato per concorso esterno nell'inchiesta della Dda di Napoli sulla metanizzazione dell'Agro Aversano da parte della Cpl, la coop modenese che avrebbe stretto un patto con il clan dei Casalesi e il cui ex presidente, Roberto Casari, già ai domiciliari per l'inchiesta sul metano a Ischia, è da ieri in carcere, con altri dirigenti e imprenditori.

A piede libero Diana, che commenta di sentirsi «tra un sogno e Scherzi a parte». Eppure per i magistrati partenopei l'ex parlamentare, vicinissimo al sindaco di Napoli Luigi De Magistris, è stato il «facilitatore» dell'accordo tra camorra, coop e imprenditoria per portare il metano a Casal di Principe e nei comuni limitrofi. Appalto pubblico da oltre 23 milioni di euro finito alla Coop modenese dopo che l'azienda concessionaria, la «Consorzio Eurogas», è costretta dall'intervento dei Casalesi a cedere l'autorizzazione all'opera a titolo gratuito in favore della Cpl. Il patto criminale prevedeva, per l'accusa, anche l'affidamento di subappalti a imprenditori vicini alla cosca. Racconta il super-pentito Antonio Iovine: «Io e Zagaria (altro capoclan, ndr ) dovemmo fare un passo indietro dal momento che furono il sindaco di San Cipriano Angelo Reccia e il senatore Lorenzo Diana che individuarono Pietro Pirozzi come subappaltatore della Concordia. Dunque, io personalmente e Zagaria trovammo un'intesa con Reccia e col senatore Diana». Inoltre, Diana avrebbe speso il suo peso politico «per ottenere le delibere di approvazione della concessione e dei progetti presentati dalla Cpl nei tempi previsti per accedere ai finanziamenti pubblici in favore della coop», pur conoscendo - secondo la Procura - gli intrecci sottostanti con imprenditori vicini ai boss Iovine e Zagaria.

Dall'impegno per l'accordo tra coop e clan il politico, per il gip, trae un beneficio «in termini di consenso e vantaggi personali». Consistenti, tra l'altro «nel far assumere il figlio Gennaro dalla coop per un'attività fumosa e non rilevata neanche dagli stessi dirigenti della società», ma retribuita con 8.300 euro tra 2006 e 2007. Agli atti pure la storia dell'autista di Iovine, assunto secondo il boss dalla Cpl proprio su segnalazione dell'ex parlamentare.

Ma dalle intercettazioni sulla coop emerge un'altra storia per la quale il gip impone a Diana il divieto di dimora in Campania e un anno d'interdizione dai pubblici uffici. Si tratta della recentissima «trattativa» tra l'ex parlamentare e il procuratore federale Figc Manolo Iengo per far ottenere al figlio di Diana, Daniele, un falso documento che attestasse la collaborazione con una società sportiva, per poter partecipare a un corso Figc propedeutico a un successivo master Fifa, offrendo in cambio a Iengo ostriche e incarichi professionali al Caan (centro agroalimentare) di Volla, del quale Diana è presidente su chiamata di De Magistris. Il gip picchia duro sull'attivismo dell'ex parlamentare «in spregio a quella cultura della legalità della quale si spaccia per paladino», e considera la vicenda «ancora più spregevole» perché Diana, mentre era preso dalla «commissione dell'illecito», faceva da relatore a convegni sulla legalità e poi andava agli appuntamenti per il documento falso «accompagnato dalla scorta». Tra i primi a mollarlo, l'«amico» sindaco di Napoli.

de Magistris, così indulgente con se stesso quando si tratta di magagne giudiziarie, ieri ha subito firmato la revoca di Diana da presidente del Caan.

È l'ammontare dell'appalto della metanizzazione finito alla Cpl. Diana avrebbe mediato coi Casalesi

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