L'esperto: «Punirà le partite Iva ma non servirà a fermare l'evasione. E non toccherà gli affari della criminalità»

L'esperto: «Punirà le partite Iva ma non servirà a fermare l'evasione. E non toccherà gli affari della criminalità»

Ormai è un mantra della legalità: l'autoriciclaggio pare essere la nuova frontiera dello sceriffo legislatore. Ma Giampiero Biancolella, uno dei più noti avvocati italiani, spegne certi toni trionfalistici affiorati in queste settimane sui giornali e mette in evidenza le crepe di una legge che ancora non c'è: «Rischiamo di avere l'ennesima grida manzoniana. Che terrorizza a parole i cittadini e poi si dimostra inefficace nella pratica».

Perché, avvocato Biancolella?

«Le rispondo formulando io una domanda: bancarottieri e rapinatori che già mettono in conto una pena pesante si fermeranno perché potrebbero essere ricondannati per autoriciclaggio?».

Dunque siamo davanti a una sanzione inutile?

«La grande criminalità si farà scivolare addosso la legge».

La legge prevede per i reati sopra i 5 anni una pena da 2 a 8 anni. Le pare poco?

«Non saranno quei numeri a fermare i delinquenti. Io credo che la norma sia stata pensata per l'evasione fiscale e infatti si collega alla legge sul rientro dei capitali. Con una pena da 1 a 5 anni per reati puniti fino a 5 anni».

Funzionerà?

«Mah. Sulla carta l'evasore sa che rischia una condanna bis. Ma proprio questo è il punto».

Quale?

«Cominciamo con il perseguire l'evasione. Chi fa il nero se viene scoperto già oggi va incontro a una condanna».

Quindi, secondo lei, la condanna della condanna, chiamiamola così, è una inutile complicazione?

«In linea generale mi pare che il legislatore italiano si sia fatto prendere la mano, come al solito: abbiamo già mille strumenti, penali e amministrativi, per colpire l'evasione ma sentiamo il bisogno di crearne un altro. E ogni volta presentiamo la novità come l'arma definitiva, il missile che metterà spalle al muro i signori del nero».

Invece?

«Usiamo bene quel che già c'è».

Il reato di autoriciclaggio c'è ed è punito in più di un Paese europeo.

«Faccio notare che in Francia e Germania non è previsto. Però non mi pare che si tratti di stati che non combattono l'evasione».

L'Italia affastella norme su norme?

«Abbiamo già, per fare un esempio, il sequestro per equivalente».

Per i reati fiscali?

«Certo. Se sei condannato ti viene sequestrato un patrimonio equivalente a quello sottratto all'erario anche se non è collegato direttamente al reato».

Insomma, abbiamo già le armi per fare la guerra ai furbetti?

«Mi pare di sì. Poi, certo, si tratta di scelte di politica legislativa. Ma mi sembra che questa legge sia insieme punitiva e farraginosa».

Punitiva? Chi sarebbero le vittime?

«Leggo che ci sarà l'obbligo di segnalare agli ordini i professionisti - avvocati, medici, commercialisti - che faranno autoriciclaggio. In sostanza chi utilizzerà i soldi fatti in nero si esporrà a ulteriori sanzioni di tipo disciplinare. Ma non è detto».

Perché?

«Perché la norma si arresta davanti al cosiddetto “godimento personale”. In quel caso e solo in quel caso scatta la non punibilità».

In sostanza?

«Il testo arrivato alla commissione Finanze della Camera prevede la distinzione fra “godimento personale” e attività economico-finanziarie. Nel primo caso non c'è reato, nel secondo sì. Quindi ne deduco che se con il mio tesoretto occulto mi compro la barca non violo la legge. Ma se cedo la barca a mio figlio che succede? E se la intesto a una società?»

Conclusione?

«La norma rischia di nascere storta. E di ingenerare pasticci e disquisizioni a non finire. Con sentenze contraddittorie».

Il potere discrezionale delle procure aumenterà, come teme il centrodestra?

«No, credo di no. Certo, c'è la possibilità che si selezionino gli obiettivi, pescandoli da una platea potenzialmente sterminata di evasori, ma credo che i pm si attrezzeranno per colpire questo nuovo illecito. Però».

Però?

«Neanche questa volta, è il mio timore, sconfiggeremo l'evasione fiscale».

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