L'estate più calda

Il Cnr prevede temperature oltre le medie con evaporazione da suolo, laghi e fiumi. "Riserve idriche intaccate". Il record del 2003? Già superato

L'estate più calda

La siccità aguzza l'ingegno. In particolare quella dei sindaci che si trovano ad affrontare la carenza idrica di questo inizio d'estate ventiventidue in ordine sparso, in assenza, per il momento, di disposizioni governative. Così ognuno chiude il rubinetto come può. L'ultima più brillante idea è di Carlo Gubellini, sindaco di Castenaso, comune in provincia di Bologna, che ha disposto che i parrucchieri e i barbieri effettuino un solo lavaggio della testa ai clienti oltre al risciacquo. Guai al bis, anche se dovesse essere chiesto in piedi e applaudendo. Gubellini (lo abbiamo «googlato»: è fornito di una capiente chioma scura, quindi non si può certo accusarlo di conflitto di interessi) spiega che un rubinetto lasciato aperto, spiega il Comune, eroga mediamente 13 litri al minuto e «moltiplicando per il numero di parrucchieri, circa dieci, e il numero di abitanti sul nostro territorio, poco meno di 16mila, significa un risparmio di migliaia di litri d'acqua al giorno». Quella alla siccità del resto è una guerra dura, che merita sacrifici anche tricologici. E quindi che nessuno protesti. «I cittadini hanno capito la ratio dell'ordinanza che non è vessatoria», spiega il primo cittadino, che comunque ha disposto controlli e sanzioni che possono arrivare fino a 500 euro. Un modo per irrigare se non altro le casse comunali.

Quella dei parrucchieri di Castenaso è solo l'ultima ordinanza dei sindaci chiudirubinetti. Ognuno si arrangia come può per salvare qualche migliaio di litri d'acqua e se ci fosse un Gesù al contrario capace di trasformare il vino in acqua probabilmente riuscirebbe ad avere un contratto di consulenza in molti comuni italiani. Senza arrivare a tanto in diversi territori soprattutto al Nord è scattato il divieto di lavare personalmente la propria automobile (il niet non vale insomma per gli autolavaggi professionali) e sui siti si trovano numerosi consigli su come provvedere a lustrare «a secco» la carrozzeria se proprio non accettate l'idea di andare in giro con la Panda sporca.

A Padova e in molte altre città il primo cittadino ha proibito il lavaggio di piazzali e viali, e l'annaffiamento di giardini e perfino orti, almeno nelle ore diurne. Del resto anche a Milano il sindaco Beppe Sala ha chiuso tutte le fontane e in molti casi i primi cittadini si sono adoperati per fornire quelli che a Roma si chiamano «nasoni» di manopole o pulsanti antispreco. Severissimo il sindaco di Livorno Luca Salvetti che fino al 30 settembre ha ordinato di non usare l'acqua potabile per scopi diversi da quelli igienico-domestici. Chi dovesse essere trovato in possesso di acqua dovrà dimostrare che sia per uso personale. La sanzione amministrativa per chi viola l'ordinanza va dai 100 ai 500 euro. Non proprio come bere un bicchiere d'acqua.

Tra i settori che più di altri rischiano di soffrire della siccità ci sono naturalmente i parchi acquatici, appena usciti dal lungo tunnel del Covid. Ora qualche governatore ipotizza una riduzione degli orari di apertura, mentre i gestori rilanciano proponendo di utilizzare al posto dell'acqua potabile quella marina.

E nell'ottica di limitare al massimo l'utilizzo ludico del più prezioso dei liquidi («non si gioca con l'acqua!») molti comuni hanno vietato anche il riempimento di piscine pubbliche e private, salvando soltanto quelle già piene a patto che non si effettui «il ricambio dell'acqua mediante svuotamento e riempimento». Salve quelle di palestre, hotel, spa e centri di cura e termali.

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