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L'estate del turismo a numero chiuso ci farà litigare al mare e in montagna

I sindaci liguri guidano la rivolta: norme (e ticket) contro traffico e sporcizia. Ma c'è chi non ci sta. Perché la vacanza dev'essere libera

L'estate del turismo a numero chiuso ci farà litigare al mare e in montagna

Il fatto è che si sono stufati. Di spiagge che sembrano social network: sovraffollate, inquinate, incasinate, selvagge, cafone. Di città prigioniere del bivacco e del cafone che non conosce rispetto. Di porti che somigliano a Milano nell'orario di punta, di centinaia di persone che sbarcano senza controllo, senza scrupioli, persino senza decenza. La Liguria per esempio vuole mettere un limite all'anarchia attraverso una parola che suona male dai tempi della contestazione studentesca: numero chiuso. E la polemica st già infiammando le spiagge del Paese. Ma a cominciare era stata Venezia con il suo grido di dolore: troppi turisti, troppa confusione, troppo nervosismo. Venti milioni di persone e residenti sul piede di guerra che vanno addirittura in piazza per dire che non passa lo straniero. Adesso tocca alle spiagge, soprattutto quelle della Liguria che, quasi tutte, fanno fronte contro l'invasione indiscriminata di turisti, quasi fossero immigrati. Cresce infatti il numero degli amministratori pubblici e dei rappresentanti di categoria che chiedono il numero chiuso, cioè di limitare l'accesso «selvaggio» agli arenili. Le forme possono essere diverse, il contimgentamento per esempio o l'applicazione di tariffe come ai concerti. Ma la sostanza è che non si può aprire indiscriminatamente a tutti, pena trasformare le perle paesaggistiche e ambientali del turismo in un fast food all'ora di pranzo.

Non sono solo le spiagge però a combattere contro i barbari. Anche le montagne vivono e lottano insieme a noi: il Passo del Rombo per esempio impone un ticket sul pedaggio. 16 euro per le auto, 14 per le moto. Anche il Grossglockner si paga caro: 35 euro se lo raggiungi in auto, 25 se ci vai in moto. Ma sono alpi austriache. Da noi c'è un biglietto d'ingresso per le tre cime di lavaredo: 22 euro per le auto, 11 per le moto.

Se vuoi le Dolomiti paghi, ma il Passo sella ogni mercoledì verrà chiuso al traffico. Perchè il cliente non ha sempre ragione e il turista è sacro se si comporta da devoto. Perchè la bellezza è una fede. E va trattata con rispetto.

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