L'Europa chiede già la manovra bis

I dubbi di Bruxelles sul Bilancio 2017: troppe entrate una tantum. Unica concessione: aspettiamo il referendum

L'Europa chiede già la manovra bis

Roma - Il governo italiano, ultimo tra i paesi europei tenuti a farlo, ha spedito alla Commissione europea il Documento programmatico di bilancio. E i dubbi di Bruxelles non vengono nemmeno scalfiti dal documento che contiene le linee guida della Legge di Bilancio (che per il resto è ancora un mistero). Tanto che tra i palazzi del governo dell'Unione europea e le stanze dell'Upb, l'ufficio parlamentare di bilancio, inizia a circolare l'idea di una manovra di correzione dei conti già nel 2017. Da fare passare magari dopo il referendum, in modo da non disturbare più di tanto il governo italiano alle prese con un voto che ne può decidere la sopravvivenza e che, da un certo punto di vista, rischia di condizionare pesantemente anche le istituzioni europee.

L'ipotesi di una manovra traspare dal giudizio dell'Upb sul deficit al 2,3% messo nella legge di Bilancio. Stima approvata dall'organismo guidato da Giusepe Pisauro, che però sottolinea come «permangono alcuni fattori di rischio che potrebbero incidere negativamente sugli obiettivi indicati per il 2017».

Stesso ragionamento si faceva ieri anche a Bruxelles. Sotto accusa diversi aspetti del documento e della legge di bilancio. In particolare il fatto che si basi su entrate una tantum, dalla voluntary disclosure alle entrate della rottamazione delle cartelle. Sono dieci miliardi che non tornano e potrebbero non entrare, rendendo necessaria una correzione dei conti già nel corso del prossimo anno.

Ieri da Bruxelles fonti della Commissione dicevano che quello dell'Italia «è un caso complicato, difficile» ma c'è «la volontà ditrovare un accordo»

Il governo fa quadrato sulle cifre della legge. Ieri il ministro Pier Carlo Padoan ha detto che la voluntary disclosure «non è assolutamente un condono». Ma il problema, più quello dell'opportunità di varare una sanatoria, è quello delle entrate. Difficile prevedere quando porterà. Difficile contare in una riduzione dell'evasione fiscale, proprio mentre si abolisce Equitalia, rischiando di dare al Paese un segnale «di lassismo», come ha detto ieri il presidente dell'Inps Tito Boeri.

Ieri nel documento consegnato all'Europa c'è la conferma delle cifre illustrate nel giorno dell'approvazione della Legge di Bilancio. Con qualche novità. Sulle pensioni, ad esempio, l'Ape social - quindi l'anticipo di tre anni gratuito per alcune categorie di lavoratori - viene concesso per i redditi da pensione non superiori a 1.500 euro, e non 1.350 come nelle slide della «finanziaria». C'è il deficit al 2,3%, che la commissione europea vorrebbe ridurre di un punto decimale. Il disavanzo strutturale che non cala e la flessibilità su migranti e terremoto, che l'Europa non ci ha concesso.

Il rischio

di problemi sul capitolo terremoto, riferivano nei giorni scorsi fonti europee, è noto da tempo al governo, anche perché le regole Ue permettono aiuti per tamponare l'emergenza, non per la messa in sicurezza degli edifici.

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