Napoli - Racconta il super pentito Antonio Iovine che quattro imprenditori a cui sarebbero stati affidati i lavori per la metanizzazione del Casertano li scelse la camorra. Il quinto no. «Io e Zagaria (altro capoclan Casalese, ndr ) dovemmo fare un passo indietro dal momento che furono il sindaco di San Cipriano Angelo Reccia e il senatore Lorenzo Diana che individuarono Pietro Pirozzi come subappaltatore della Concordia. Dunque, io personalmente e Zagaria trovammo un'intesa con Reccia e col senatore Diana».
Nelle carte dell'inchiesta sulla tangentopoli ischitana, che nei giorni scorsi ha portato in carcere manager, politici e imprenditori legati alla coop rossa, ci sono un paio di paginette che minacciano di sconvolgere il tranquillo mondo dell'antimafia campana e nazionale, e che danno linfa a un altro filone investigativo che riguarda la costruzione del gasdotto dell'Agro-Aversano ad opera sempre della Cpl Concordia. Lorenzo Diana è un ex parlamentare diessino, oggi presidente del Centro agroalimentare di Volla per volontà del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. È tra i principali testi d'accusa nel processo per concorso esterno mafioso nei confronti di Nicola Cosentino ed è soprattutto l'unico politico citato (positivamente) in Gomorra di Roberto Saviano. «Diana è uno di quei rari uomini che sa che combattere il potere della camorra comporta una pazienza certosina - si legge nel best seller dello scrittore - quella di ricominciare ogni volta da capo, dall'inizio, tirare a uno a uno i fili della matassa economica e raggiungerne il capo criminale». Oggi, l'ex parlamentare che ha vissuto sotto scorta per il rischio che i Casalesi gli piazzassero una bomba sotto l'auto si trova però a fare i conti con le rasoiate dell'ex padrino che per 25 anni ha gestito gli affari criminali nella provincia casertana. L'ex senatore non è indagato, anzi sostiene di essere vittima di una calunnia.
«Leopoldo Martino è stato assunto dalla Cpl grazie alla raccomandazione del senatore Diana», continua a raccontare Iovine ai pm a proposito degli accordi tra la coop emiliana e le cosche campane. Ma perché è tanto importante questo dettaglio? Il collaboratore lo spiega: «Martino è una persona a me legata. Era solito accompagnarmi durante la mia latitanza, quando io mi incontravo con gli affiliati per concordare affari e strategie». Leopoldo al volante, il gran capo del malaffare nascosto dietro. «Io mi mettevo nel cofano della macchina e lui la guidava ( ) - ricorda Iovine nell'interrogatorio del 26 settembre scorso - in uno di questi spostamenti, fu Martino a dirmi di essere stato assunto alla Concordia grazie al senatore Diana».
Coincidenze.
Come quella che vede la sede della coop rossa ospite di un immobile di proprietà di un parente del pentito a San Cipriano d'Aversa, paese natale di Iovine e dell'ex parlamentare. Il garage di quel palazzo - ha spiegato il pentito - «veniva utilizzato come tappa nei numerosi e diversi spostamenti che mia moglie e mio figlio facevano per incontrarsi con me».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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