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La Libia spara sui migranti e affonda il barcone del Pd

Ala progressista in rivolta dopo l'uccisione di tre somali. Orfini: "Li finanziamo". E c'è chi va in piazza con Saviano

La Libia spara sui migranti e affonda il barcone del Pd

La nave del Pd affonda nel Mediterraneo. Il pasticcio del governo Conte sugli sbarchi fa esplodere i dem. L'ala progressista rialza la voce e mette nel mirino il segretario Nicola Zingaretti. Dulcis in fundo: la sinistra scende in piazza al fianco di Roberto Saviano per manifestare contro il governo (di cui fa parte). Un film già visto. La tensione sale alle stelle dopo che tre migranti sudanesi sono stati uccisi, e altri cinque feriti, in una sparatoria avvenuta lunedì notte a Khums, est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla Guardia Costiera libica. A dare la notizia l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). I cinque migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all'incidente è stata trasferita in centri di detenzione. E mentre il Pd litiga e la sinistra scende in strada, sulle coste italiane, dalla Sicilia alla Sardegna, gli sbarchi incontrollati di immigrati non si fermano. Matteo Orfini, ex presidente del Pd, accende la miccia, aprendo il fuoco contro il suo partito: «Quello che sta accadendo in questi giorni dimostra il fallimento di una strategia di gestione dei flussi migratori concepita dal governo Gentiloni con Marco Minniti ministro dell'Interno e proseguita con il Conte 1 e il Conte 2» - attacca in una intervista a Repubblica.it. Orfini è un fiume in piena e accusa esecutivo e Pd di non aver cancellato i decreti sicurezza di Matteo Salvini: «La guardia costiera libica ha ucciso due persone, dopo averle riportate a terra. Al netto di tutte le ipocrisie di circostanza, è esattamente quello per cui la finanziamo: fermare i migranti con ogni mezzo. Un orrore di cui il nostro paese è consapevolmente responsabile».

Zingaretti è nel pallone. Prova a fare il democristiano. Dario Franceschini e Graziano Delrio si tengono alla larga dal tema. Il capo del partito tenta una mediazione: «Solidarietà e sicurezza sono valori che possono e debbono andare di pari passo. Per la verità sono mesi che poniamo questi temi. Ora ribadiamo, occorre lavorare affinché il Governo urgentemente e nella sua interezza affronti in maniera adeguata questa complessa materia». «Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori - spiega il segretario dem- era abbastanza prevedibile. Era chiaro da mesi che gli effetti dell'epidemia, anche dal punto di vista economico e sociale, avrebbero posto in forma inedita questo tema. Sono scenari che il Governo deve valutare con la più grande attenzione. Ora occorre un impegno straordinario su più fronti: nel campo dell'accoglienza, del collocamento in Europa e in Italia dei flussi, di presenza politica e chiarezza nei confronti dei Paesi di partenza, a cominciare dalla difesa dei diritti umani, dalla ricostruzione della rete di accoglienza in Italia». Zingaretti vuole salvare capra e cavoli. Ma fallisce: amarezza e delusione nei confronti di un esecutivo, incapace dopo un anno di sciogliere il nodo migranti, sono evidenti. E l'imbarazzo del Pd cresce quando alcuni esponenti, Luigi Manconi e Pierfrancesco Majorino (europarlamentare del Pd), aderiscono al flash mob in Piazza San Silvestro a Roma organizzato da Roberto Saviano per invocare lo stop dei finanziamenti governativi alla Libia.

Mentre gli alleati di Leu (Laura Boldrini) chiedono al governo di riferire in Aula.

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