Sveglia alle 4.20 del mattino, film dell'orrore a volontà, video psichedelici, foto sui tetti dei palazzi più alti della città, balene incise su braccia e mani con dei taglierini. Queste sono solo alcune delle cinquanta regole allucinanti della Blue Whale, il gioco dell'orrore che ha già ucciso 157 adolescenti in Russia portandoli al suicidio.
La Blue Whale è una missione che gli inventori del gioco, detti anche curatori o tutor, danno a ragazzini tra i 9 e i 17 anni scelti sui social network. Per 50 giorni, i giovani che decidono di giocare devono rispettare delle regole assurde senza farsi scoprire dai loro genitori. Di nascosto devono superare così una serie di livelli. Il primo obbliga a incidersi sulla mano «F57», scattarsi una foto e inviarla al curatore. I tutor, infatti, monitorano costantemente le vittime della Blue Whale perché vogliono essere certi che le loro pedine seguano perfettamente le loro imposizioni.
Ma torniamo alle regole. Più passano i giorni, più diventano pericolose. Al giorno tre, i giocatori inizieranno ad incidere disegni di balene sulle mani, sulle braccia e sulle gambe. Dal decimo sarà obbligatorio salire sui tetti dei palazzi più alti della città e scattarsi qualche foto da inviare sempre al curatore. Nel ventiseiesimo giorno, invece, la regola recita così: «Il vostro tutor vi dirà la data della vostra morte e voi dovrete accettarla».
Perché si parla di morte? Semplice: perché l'obiettivo finale della Blue Whale è proprio la morte. Gli adolescenti che partecipano al gioco vengono convinti che solo con la loro morte possono raggiungere il massimo livello. E anche il suicidio deve seguire il disegno perverso dei curatori. Gli adolescenti, infatti, devono salire su un alto grattacielo e buttarsi giù dall'ultimo piano. Prima di morire i ragazzi non sono soli. Con loro, sui tetti, ci sono amici minorenni che riprendono la scena per far in modo che «quel gesto eroico» sia d'esempio per altri giocatori.
La sfida è stata chiamata Blue Whale, che letteralmente significa balena blu, perché questo tipo di cetacei spesso si suicida spiaggiandosi a riva. Questo macabro rituale è stato creato qualche anno fa in Russia, ma negli ultimi tempi è arrivato anche in Brasile, Gran Bretagna e Francia. Le Iene sono state fra i primi a documentarne gli effetti. Con una lunga inchiesta iniziata in Russia, tra mamme che hanno perso le loro figlie e psicologi che spiegano come i curatori riescano a manipolare le menti degli adolescenti, Le Iene sono arrivate a Livorno, dove lo scorso febbraio un quindicenne si è suicidato dal ventiseiesimo piano di un palazzo. In queste settimane si è sempre pensato che quello del giovane livornese fosse un normale suicidio. In realtà, più di un indizio porta a collegare la morte del giovane italiano con la Blue Whale.
«Quel giorno - racconta un amico del quindicenne - era arrivato normalmente a scuola, poi, ha iniziato a lamentare un forte mal di pancia. Quando ha alzato la maglietta ho visto che sanguinava per colpa di un taglio.
Non voleva che lo dicessi alla professoressa e alla seconda ora è andato a casa. Ogni tanto mi diceva anche che andava a correre di notte, che amava andare sul tetto del palazzo più alto e guardare i film horror. Ho collegato tutto dopo la sua morte». Tutti questi indizi riportano alla Blue Whale.
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