Roma - A un mese dalle elezioni regionali in Sicilia la Commissione antimafia annuncia che presenterà anche stavolta una lista di «incandidabili». La presidente Rosy Bindi risponde così alla richiesta del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone (Udc) e prepara una missione a Palermo la prossima settimana. Il lavoro sulle liste, che saranno presentate domani, però, potrebbe non essere pronto in tempo utile per il voto e allora i nomi degli «impresentabili» verrebbero fuori subito dopo.
Non ci voleva che la questione «liste pulite» per rendere ancor più incandescente un appuntamento elettorale che rappresenta un test importante, in vista delle nazionali di primavera. Esulta per l'annuncio della Bindi il candidato governatore del M5s, Giancarlo Cancelleri, sperando di guadagnare qualche voto quando un sondaggio Teknè lo dà al secondo posto (30-32%), dopo il contendente del centrodestra unito Nello Musumeci (36-38%). Ma ha i suoi problemi, dopo che le Regionarie grilline sono state sospese dal tribunale di Palermo. Lui rimane al suo posto, tra ricorsi vari, ma l'immagine è appannata.
Per la legge elettorale siciliana ogni aspirante governatore avrà un listino di 6 (3 uomini e 3 donne) consiglieri regionali, che in caso di vittoria entreranno automaticamente a Palazzo dei Normanni. L'accordo con Musumeci è di un tandem con il preferito da Silvio Berlusconi, Gaetano Armao, assessore all'Economia e vice presidente della Regione in pectore. Ma il professore non ha presentato la sua lista degli «Indignados» e c'è chi vorrebbe tenerlo fuori. I due posti di Fi, infatti, dovrebbero andare al coordinatore regionale azzurro Gianfranco Miccichè e a Bernadette Grasso, uno alla lista del movimento di Musumeci «Diventerà Bellissima», uno a Fdi, uno all'Udc, uno ai lombardiani. «L'accordo non si sfascia - assicura uno dei big siciliani di Fi - troveremo una soluzione». Intanto suscita indignazione il raid vandalico all'auto di una candidata Udc, la transessuale Giulia Roberta Mezzasalma (ex Gianluca).
Nel centrosinistra, Fabrizio
Micari ufficializza il listino e viene attaccato: ci sono esponenti che erano vicini a Crocetta, Romano e Lombardo e non rappresenterebbero il cambiamento annunciato dal candidato di Pd e Ap, valutato tra il 14 e il 16%.
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