L'inganno delle misure bandiera

I partiti si rifugiano, si rifugiano nel solito inganno. Non si ingegna a risolvere un problema, ma cerca una battaglia da sventolare come una bandiera. Sta accadendo anche questa volta. I salari bassi sono una malattia profonda dell'economia e della società italiana. È lì che da oltre vent'anni si vedono le cicatrici di una crisi che sembra non finire mai. È il paradosso di un costo del lavoro alto e di lavoratori poveri, soprattutto quelli ai margini, precari, non protetti dalla contrattazione nazionale. È lì oltretutto che la classe media si è inabissata. Il punto critico come si sa sono le tasse. La soluzione sarebbe un taglio deciso e rilevante del fisco. È l'unico modo per ridare ossigeno a un'economia asfittica. Il guaio è che il debito pubblico non ci lascia grandi margini di manovra. Non c'è neppure il coraggio politico di farlo. I tagli della spesa pubblica e della burocrazia restano progetti mai realizzati. La lotta all'evasione finisce troppo spesso per colpire i disgraziati e lascia in piedi i furbi. È così che l'Italia continua a girare intorno al suo malessere, con le ali spezzate. Tutto questo per dire che i salari sono un cortocircuito che ha indebolito l'intero sistema. Le forze politiche, e il governo, dovrebbero impegnarsi per cercare una soluzione non banale. È una di quelle grandi imprese per cui si viene ricordati. Cosa invece sta accadendo? Spunta dalle chiacchiere europee il salario minimo. È di fatto un'aspirina. Tutti sono coscienti che non servirà a risolvere il problema. Lo sanno anche i sindacati, che non ne stanno facendo una questione vitale. All'improvviso però questa misura diventa un fronte. Pd e Cinque Stelle lo alzano come uno stendardo. Il confronto diventa così subito binario. Pro o contro. Zero o uno. Acceso o spento. Ecco che il salario minimo diventa una bandiera. A cosa servono questi tipi di bandiere? La sola funzione è ridestare il consenso. È soltanto uno strumento elettorale. Così capisci che il nodo salari non interessa in realtà a nessuno. Non c'è la volontà politica di trovare una via d'uscita al cortocircuito. È la stessa storia del reddito di cittadinanza. Quella riforma è rimasta chiaramente a metà. C'è l'assistenza ma manca completamente la ricerca del lavoro. I «navigator» sono affondati.