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L'ira dei grillini su Conte: "Chiarisca su Di Donna"

La fronda nel Movimento: "Non può tacere". Quei 30-40 dissidenti pronti a sgambettarlo

L'ira dei grillini su Conte. "Chiarisca su Di Donna" Esclusiva

Ancora acque agitate in casa M5s. I risultati elettorati del primo turno non hanno aiutato Giuseppe Conte a rinsaldare la sua leadership tra i Cinquestelle e il «nodo Roma» rende più complicato il suo lavoro.

Nella giornata di ieri si è sparsa la voce che Conte avrebbe intenzione di nominare i membri della sua segreteria già questa settimana, ma dal suo entourage è arrivata una secca smentita. «Non ci risulta», hanno fatto sapere. In realtà, secondo quanto riferito a Il Giornale da un autorevole esponente del Movimento, Conte «potrebbe fare la segreteria dopo l'elezione del Capo dello Stato perché ha paura che esplodano i gruppi dal momento che i parlamentari, ormai, non hanno più nulla da perdere dato che sia i seggi in Parlamento sia i voti del M5S sono dimezzati». Alcuni parlamentari, inoltre, vorrebbero un po' più di trasparenza da parte di Conte sul caso Di Donna (nel tondo). «Non basta dire: Io non c'entro niente, non lo conosco. Conte deve chiarire bene», ci dice la nostra fonte che aggiunge: «Quando vedi che questa faccenda esce su tutti i giornali, allora qualcosa ci dev'essere e, quindi, non può tacere». Insomma, dentro il M5s sta montando un certo malcontento che, nelle prossime settimane, potrebbe essere ancora più evidente. «Al momento ci sono tra 30 e 40 deputati che stanno parlando e stanno cercando il momento per uscire allo scoperto e, probabilmente, sarà in occasione delle votazioni per il presidente della Repubblica», ci fa sapere la nostra «gola profonda». In questo gruppo di dissidenti ci sono sia eletti al secondo mandato sia peones che, magari, non hanno possibilità di essere ricandidati e «che non intendono più dare soldi al Movimento». «Questi parlamentari potrebbero fare uno sgambetto a Conte, proprio in quel frangente, per aver maggior peso contrattuale durante le trattative per il Quirinale», sottolineano l'esponente grillino che si confida con noi, rigorosamente a taccuini chiusi.

Che qualcosa si muova lo si evince anche dalla resistenza della sindaca uscente Virginia Raggi di esporsi con un endorsement a favore di Roberto Gualtieri. Anzi, proprio nella stessa giornata in cui lo ha incontrato, ha ribadito: «Io so che andrò a sedere all'opposizione». Queste affermazioni, unite al fatto che domani la Raggi incontrerà i parlamentari romani nella nuova sede del Movimento, fanno pensare che più di qualcosa si muove nella direzione della nascita di una corrente anti-contiana. È da escludere che la Raggi, da poco nominata membro di garanzia del M5S, esca dal Movimento, ma le voci di 30-40 deputati pronti alla rottura definitiva sono sempre più insistenti.

L'ex pentastellato Emanuele Dessì, dall'esterno osserva: «C'è un certo malcontento degli ortodossi ma perché qualcuno abbandoni il M5s deve succedere qualcosa di clamoroso e l'elezione del Capo dello Stato potrebbe essere un momento di resa dei conti». Pino Cabras, deputato di «Alternativa c'è», invece, spiega: «L'effetto Conte non può esserci perché la sua strategia è quella di stare sulla scia del Pd e gli elettori non la seguono.

Anche tra gli eletti c'è un certo smarrimento e, col passare dei mesi, le contraddizioni dentro il M5s esploderanno».

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