Londra Aveva solo vent'anni, Sudesh Amman, il ventenne responsabile dell'attacco terroristico avvenuto domenica, a Streatham, zona Sud di Londra. La polizia ha diffuso la sua identità in serata, confermando che il ragazzo era sotto sorveglianza attiva ed era stato appena rilasciato dal carcere lo scorso 23 gennaio dopo esservi stato rinchiuso proprio per reati di terrorismo. Il corrispondente della Bbc, che nel novembre del 2018 seguì il suo processo, ricorda di averlo visto sorridere mentre il giudice della corte di Old Bailey pronunciava la sua sentenza. Tre anni e quattro mesi per essersi dichiarato colpevole di 6 accuse relative al possesso di documenti contenenti informazioni di natura terroristica e altre 7 per aver diffuso pubblicazioni della stessa natura. In gennaio Amman era stato liberato automaticamente, dopo aver trascorso metà della pena dietro sbarre, come prevede la legge attuale.
Una legge che, dopo l'ultimo attentato, Johnson si è detto pronto a cambiare, come ha confermato ieri anche il ministro alla Giustizia Robert Buckland. Il governo introdurrà una legislazione d'emergenza, che contempli la possibilità di un rilascio dei soggetti condannati per reati terroristici soltanto dopo che questi abbiano trascorso almeno due terzi della pena e con il consenso della Commissione sulla libertà vigilata. Nessuna libertà anticipata garantita da automatismi, che in questi ultimi anni hanno provocato disastri. L'ultimo caso ne è la prova e giustifica - secondo Buckland - un'azione correttiva immediata. «Non possiamo più trovarci di fronte a una situazione come quella del caso di domenica conclusosi tragicamente - ha infatti spiegato il ministro - in cui un criminale, noto come un pericolo per il pubblico, viene rilasciato attraverso un processo automatico legale senza la supervisione della Commissione di vigilanza». E poiché il Paese si trova in «una situazione di una gravità che non ha precedenti» il provvedimento sarà retroattivo, varrà quindi per coloro che verranno condannati in futuro, ma anche per gli altri che ancora si trovano in carcere condannati con la legge precedente. Prima di venir ucciso dalla polizia, Amman era riuscito ad accoltellare due persone nessuna delle quali è ora in condizioni critiche. Una terza vittima che ha riportato ferite superficiali, probabilmente è stata colpita da un vetro che si era rotto a causa degli spari degli agenti.
E mentre l'Isis ha rivendicato l'attentato, la polizia britannica continua a perquisire l'ostello di Stretham dove si pensa che Amman abbia vissuto fino al momento dell'attentato. Perquisizioni anche in alcune abitazioni nella zona Sud di Londra e a Bishop's Stortford, nell'Hertfordshire. La madre del ragazzo, Haleema Faraz Khan, intervistata da Sky News, ha detto di aver fatto visita al figlio il giovedì, proprio nell'ostello e che allora lui era sembrato normale. Poi ha aggiunto che avevano parlato al telefono poche ore prima dell'aggressione. Trattenendo a stento le lacrime la signora ha spiegato che il suo ragazzo «educato e gentile» è stato del tutto plagiato dal materiale che aveva letto in rete eppoi si era radicalizzato proprio all'interno della prigione di alta sicurezza di Belmarsh, a Londra, dov'era stato mandato.
Un problema, la
radicalizzazione nelle prigioni, che anche il sindaco della capitale Sadiq Khan, ha affrontato spesso affermando che «nelle carceri i giovani apprendono più insegnamenti dall'università del crimine piuttosto di venir riabilitati».
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