I tagliagole dello Stato islamico minacciano l'Italia. Lo fanno in un video-messaggio in cui compare tra le immagini anche il Colosseo. E lo fanno prendendo in mano in Libia il traffico di esseri umani. Il primo barcone targato Isis carico di profughi e clandestini dalla loro roccaforte di Sirte è partito verso l'Italia.
Un sistema non solo per far soldi e sostenere l'espansione del Califfato, ma utile per infiltrare terroristi travestiti da rifugiati a casa nostra. La notizia è stata rivelata da Al Wasat, un sito d'informazione libico, che è stato hackerato dalle bandiere nere considerandolo vicino al governo di Tobruk riconosciuto dalla comunità internazionale. Nella notte del 16 novembre, secondo fonti a Sirte, «un'imbarcazione avrebbe lasciato il porto della città diretta verso le coste europee, con a bordo una cinquantina di migranti provenienti da diversi Paesi africani». Lo Stato islamico, che controlla la zona costiera, «ha fatto da mediatore organizzando i viaggi «della speranza» dei migranti provenienti dal sud a Sirte, dove era pronto il barcone.
Da Misurata Jussef Naaharia, uno dei comandanti della brigata 166, che combatte da mesi contro le bandiere nere, conferma le rivelazioni. «Si stanno espandendo e hanno bisogno di soldi per sostenere lo sforzo - fa sapere al Giornale -. Per questo si dedicano al traffico di esseri umani e qualsiasi altro business redditizio». Il Califfato libico non controlla solo Sirte, ma anche 200 chilometri di costa verso Est, dove è facile far partire i barconi. Probabilmente gli uomini neri dello Stato islamico incassano un pizzo su ogni barcone.I loro rivali, altrettanto estremisti di Ansar al Sharia, fanno lo stesso a Sabratha, in Tripolitania, incassando il 10% su ogni viaggio. Proprio da quest'area era partito per l'Italia Abdelmajid Touil, il giovane marocchino arrestato in maggio con l'accusa di essere coinvolto nella strage del Bardo a Tunisi, dove sono morti quattro turisti italiani. Alla fine è stato scarcerato non avendo fatto nulla. Gli scafisti, però, gli avevano tolto il passaporto, che poi è stato usato da un fiancheggiatore della cellula di terroristi che ha colpito nella capitale tunisina.
Da Sirte lo Stato islamico può facilmente infiltrare sui barconi un loro operativo spacciandolo per rifugiato, magari con un falso passaporto siriano, come avrebbe fatto lungo la rotta balcanica uno dei kamikaze di Parigi. E non sarebbe la prima volta. Il libro-inchiesta del Giornale, «Immigrazione Spa», pubblica la storia di un caso eclatante che risale a giugno, quando un libico «ospite» del centro di accoglienza di Lampedusa venne notato mentre mostrava a un connazionale delle foto archiviate su un tablet. Nelle immagini indossava la mimetica e imbracciava un kalashnikov. In uno scatto si era fatto fotografare con ai piedi dei cadaveri di gente decapitata. Da Lampedusa è stato trasferito sulla terraferma ed è sparito nel nulla.Da oggi avrà a che fare con le bandiere nere che sventolano a Sirte un generale italiano, Paolo Serra, già comandante del nostro contingente in Afghanistan e della missione Onu in Libano.
L'alto ufficiale è stato nominato consulente per la sicurezza del nuovo inviato delle Nazioni Unite in Libia, il tedesco Martin Kobler. L'obiettivo è mettere d'accordo le milizie su un governo di unità nazionale per far fuori il Califfato di Sirte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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