«La lista unica è possibile. Con una squadra forte il centrodestra va al 40%»

Il governatore ligure Toti: gli elettori sentono le differenze meno di quanto pensino i politici

«La lista unica è possibile. Con una squadra forte il centrodestra va al 40%»

Roma - «Siamo vicini alla Catalogna e a tutta la Spagna, preghiamo per le vittime e i feriti. Siamo certi che la paura non piegherà la determinazione degli uomini liberi». Giovanni Toti ci tiene a dedicare un pensiero a Barcellona, colpita da un attacco terroristico. Poi il focus si concentra sulle prospettive del centrodestra.

Presidente Toti, lei è tornato a rilanciare l'ipotesi di una lista unica. Vede l'obiettivo più vicino?

«È una ipotesi che io caldeggio da sempre, mi sembra che tutti i leader ora, sondaggi alla mano, la stiano valutando con molta maggiore convinzione di prima. D'altra parte con la legge elettorale attuale e il premio alla lista che supera il 40% è una via pressoché obbligata.

Gli elettori capirebbero questa scelta?

«Sono diversi anni che faccio campagne elettorali, l'ultima quella esaltante con le vittorie di Genova e La Spezia. Un dato emerge chiaro: i nostri elettori percepiscono molte meno differenze e appartenenze di quello che noi immaginiamo. C'è un sentimento comune di centrodestra di tante persone che ci chiedono di riprendere la guida del Paese dopo le delusioni di Renzi e Gentiloni e la disillusione di Grillo. Ci punirebbero se per interessi particolari impedissimo al centrodestra di vincere».

Il 40% è un obiettivo possibile?

«Nel 2008 il centrodestra ci riuscì così come nelle Europee del 2009. E lo stesso ha fatto Renzi nel 2014. Se i sondaggi sono veri l'unica forza che ha la possibilità di varcare quella soglia è il centrodestra. Oggi siamo al 34, 35%. Con un programma e una squadra seria di governo potremmo farcela».

Salvini non sembra entusiasta della lista unica.

«Io credo che i dubbi siano più sui partecipanti che sulla lista unica. I confini devono essere larghi quanto è possibile senza sfidare l'impossibile, coinvolgendo quei partiti che vivono questa ipotesi come un prologo a una federazione. Io comunque sono ottimista, percepisco un forte miglioramento del mood e in questo sicuramente ha inciso la vittoria in tante roccaforti rosse alle ultime Amministrative».

La lunga trattativa siciliana rischia di rompere l'incantesimo?

«Le Regionali siciliane hanno sicuramente una importanza enorme ma sono comunque una elezione locale. L'ultima parola spetta ai rappresentanti del territorio, ma io chiedo: c'è un candidato in grado di unire più di quanto non faccia Musumeci? Se c'è si faccia avanti, ma se non c'è non si può non partire dallo zoccolo duro. Non possiamo rischiare di ripetere l'incubo romano, l'unità è un bene da preservare».

Lei rispetto ai centristi si dice fiducioso sull'istituto del ravvedimento operoso. A quale condizioni?

«In quell'area c'è chi ha riflettuto ed è tornato nell'alveo del centrodestra. Chi lo sta facendo attraverso un suo percorso. E chi come Alfano e altri difende l'alleanza con il Pd e non la considera un incidente della storia. Con questi ultimi è difficile discutere».

Quando si entrerà in una fase operativa per la ricostruzione della coalizione?

«Mi auguro che con la riapertura del Parlamento e l'avvio del dibattito sulla legge di Stabilità ci si possa ritrovare in maniera allargata per discutere di un programma di governo da dare a un Paese che è il fanalino di coda della crescita europea, che ha un disperato bisogno di un piano industriale, energetico e occupazionale. Chiamiamola Costituente o stati generali ma il centrodestra - anche insieme a governatori e sindaci - deve gettare le basi per cinque anni di legislatura. Inoltre bisognerà anche rimettere mano all'assetto costituzionale, dopo le macerie lasciate da Renzi».

Il leader del centrodestra verrà scelto dopo il voto?

«In

democrazia il leader lo scelgono gli elettori. Se si andrà in coalizione il leader sarà quello del partito con più voti, altrimenti lo sceglierà l'assemblea dei parlamentari usciti dalle urne. Certo non ci divideremo sul leader».

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