I «ragazzi meravigliosi» di Beppe Grillo sono cresciuti. E insieme al potere hanno scoperto certe furbizie. Quell'abilità, riconosciuta ai politici più navigati, di prendere due piccioni con una fava. Risolvendo più problemi con una sola mossa. Nel caso di specie, lo scacco matto sarebbe una votazione su Rousseau per decidere di aprire il Movimento cinque stelle alle alleanze con le liste civiche nelle elezioni comunali.
«Non vogliamo portatori di voti e riciclati - è il mantra, riveduto e corretto rispetto agli albori, dei parlamentari più vicini a Luigi Di Maio - ma bisogna dialogare con le associazioni che portano avanti battaglie sul territorio». Una saldatura dalle conseguenze potenzialmente «incestuose». Con l'effetto collaterale che i riciclati potrebbero esserci, ma arriverebbero dal cortile di casa. Gli attivisti storici, da Nord a Sud, un po' ci scherzano sopra e un po' azzardano previsioni sulla composizione delle future liste civiche accoppiate al M5s. «In effetti diventerebbe un modo per pacificare i meetup in lotta tra di loro per la certificazione della lista», riflette un militante di una grande città del Mezzogiorno. Di Maio, pare, accetti di buon grado l'implicazione.
Sul territorio, infatti, uno degli handicap dei pentastellati è proprio la frammentazione di attivisti e simpatizzanti. Un problema che ha costretto, in qualche caso, i Cinque stelle a non presentarsi alle elezioni. Quanto accaduto l'anno scorso per le Comunali di Vicenza e Siena è emblematico. In entrambe le città i vertici hanno rinunciato ad apporre il loro sigillo sulle liste presentate dai gruppi grillini, dilaniati al loro interno. A L'Aquila i meetup, le cellule originarie del Movimento, erano quattro e in competizione. Stesso discorso a Catania, dove gli attivisti fanno riferimento a due gruppi, uno guidato dalla senatrice Nunzia Catalfo, l'altro dal senatore Mario Michele Giarrusso. «Una lista ottiene la certificazione su Rousseau, ma altri candidati vicini al Movimento in questo modo possono correre con le liste collegate», è il ragionamento. Spazio quindi a trombati, ex amici ed ex espulsi redenti sulla via dell'ambizione.
In vista delle Amministrative di maggio ci sono almeno due situazioni rappresentative delle probabili «geometrie variabili» a cinque stelle. A Termoli, in Molise, nonostante le regole non siano state ancora varate, in un'assemblea cittadina è stata accolta con favore l'apertura alle liste civiche.
A Pescara, invece, è infuocata la polemica per la certificazione della lista M5s tra la fedelissima di Davide Casaleggio Enrica Sabatini, che sostiene la candidata «ufficiale» Erika Alessandrini, e l'altro consigliere comunale uscente Massimiliano Di Pillo, animatore di una lista esclusa dalla piattaforma Rousseau.
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