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"Il listone? Può essere un rischio. Ma c'è voglia di correre insieme"

I dubbi del senatore Altero Matteoli: "Nel 2008 ci fece vincere, poi Fini rovinò tutto"

"Il listone? Può essere un rischio. Ma c'è voglia di correre insieme"

Roma - Senatore Matteoli, cosa pensa del dibattito che si è aperto sulla lista unica del centrodestra?

«Sono abituato in politica a fare un passo alla volta. Faccio notare che non c'è ancora neppure un accordo di coalizione. Di certo la situazione, anche solo rispetto a poche settimane fa, è migliorata, lo percepisco nella commissione che abbiamo messo in piedi con gli alleati per ricercare candidature condivise per le Amministrative. C'è voglia di stare insieme, ma serve equilibrio».

Pensa che una lista unica possa essere un valore aggiunto in termini elettorali?

«Storicamente è sempre stato difficile che una lista unica producesse la somma delle percentuali dei singoli partiti, penso ad esempio nella Prima Repubblica all'unione di liberali, socialdemocratici e repubblicani. Bisogna anche ricordare l'esperienza del Pdl del 2008. La lista unica Forza Italia-An ci consentì di vincere, poi Fini rovinò tutto. Insomma non sono contrario a priori, ma bisogna valutarla in tutti i suoi aspetti».

Resta aperta la questione della scelta del candidato premier. Come si risolve?

«Nel 2001 si presentarono Berlusconi, Fini e Casini e si disse prima che chi avesse preso più voti sarebbe stato il leader del centrodestra. Oggi, naturalmente, dipende dalla possibilità di candidatura di Berlusconi e dai tempi della sentenza di Strasburgo che sarebbe anche ora che arrivasse».

Berlusconi apre uno spiraglio su Luca Zaia.

«Una volte apre a Del Debbio, una volta propone Vespa, ora Zaia. Io credo che lui in cuor suo aspetti Strasburgo».

Le primarie possono essere una via percorribile o sono da escludere in toto?

«Domani organizzo con la mia fondazione un convegno a Roma al Tempio di Adriano con la Meloni, Salvini, Toti, Fitto, Mauro e Quagliariello proprio sulle modalità di scelta del candidato premier. Io sono contrario alle primarie, ma a determinate condizioni potrebbero essere una scappatoia percorribile».

A quali condizioni?

«Devono essere normate per legge, devono essere una cosa seria, non dilettantistica o artigianale».

Molti eletti con il Pdl nel 2013 ora tentano di rientrare in Forza Italia. Lei è favorevole o contrario?

«Bisogna valutare caso per caso. Molti sono andati via sparando su di noi e su Berlusconi e hanno appoggiato fino a ieri Renzi. Rischiamo di perdere più di ciò che guadagniamo. Per altri il discorso è diverso. Quagliariello mica ha aspettato l'ultimo momento utile, da tempo è uscito da Ncd e ha iniziato a votare contro. Se lui torna sono felicissimo, lo stesso vale per Mario Mauro. Berlusconi è d'accordo su questa impostazione».

Ci saranno difficoltà a stendere un programma comune con Lega e Fratelli d'Italia?

«Berlusconi ha già preparato una bozza su cui confrontarci. Il programma è la cosa più importante. In giro c'è un tasso di disperazione impressionante, io giro tanto e lo sento nelle richieste delle persone. A quei genitori che hanno figli di 30-35 anni e hanno fatto sacrifici enormi per farli studiare e ora non trovano lavoro non possiamo parlargli di legge elettorale.

In Italia c'è la fame vera e noi dobbiamo essere in grado di dare risposte e suscitare speranza».

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