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Renzi e la fronda Pd litigano pure sui tagli fiscali

L'Italia chiede più flessibilità alla Ue. Renzi si autocelebra e lancia una nuova Leopolda

Renzi e la fronda Pd litigano pure sui tagli fiscali

Roma - Matteo Renzi «copione» e responsabile di aver varato una manovra «di destra»? Se le coperture della legge di Stabilità restano avvolte nel mistero - l'Italia, per il 2016, nella lettera inviata dal ministro Pier Carlo Padoan al commissario Ue Moscovici, ha chiesto un ulteriore 0,1% di flessibilità rispetto agli obiettivi di medio termine «sulla base delle riforme strutturali realizzate» per «rafforzare la crescita a medio termine» – il presidente del Consiglio, in attesa degli esami europei, deve fare i conti con il «fuoco amico» della minoranza del suo partito.

Il «buongiorno» il premier lo riceve da due esponenti del Pd. Alfredo D'Attorre al Corriere della Sera annuncia che lui la manovra non la voterà. «È un impianto insostenibile. Porta a compimento la mutazione genetica del Pd. A partire dall'abolizione della tassa sulla prima casa per tutti, compresi i proprietari di castelli». In maniera speculare Gianni Cuperlo, su Repubblica , dice: «Se la destra si alza e applaude forse merita farsi qualche domanda. Noi, il Pd, siamo la sinistra e mi piacerebbe che lo restassimo».

Renzi, naturalmente, non si fa sfuggire l'occasione per una replica utile ad accreditare quella sorta di «identità mista» che potrebbe renderlo appetibile anche presso l'elettorato di centrodestra. «Oggi sui giornali la discussione è Renzi abbassa le tasse. È di destra o di sinistra? È surreale. Qui non stiamo parlando di quanto fa un partito, ma di quanto fa il governo. Abbassare le tasse è giusto, non è di destra o di sinistra». In particolare sulla cancellazione della Tasi, Renzi prova spostare il focus su un terreno sociale. «Eliminando la tassa sulla casa si restituisce respiro a l'edilizia. Sono 920mila i posti persi negli ultimi anni: forse non da solo risolve il problema, ma l'effetto fiducia che può avere questa misura può aiutare gli italiani a tornare a investire». Renzi spedisce anche un messaggio diretto alla sua minoranza interna. «Ci sono due anni senza elezioni. In questi due anni pensiamo al bene comune. Nel 2018, se vorrete potrete mandarmi a casa» dice il premier. «L'Italia sta viaggiando a gran velocità ma non è ancora sufficiente. Dopo tre anni di recessione torna la crescita, l'occupazione riprende, anche o consumi interni danno segnali di ripresa».

Le stoccate provenienti dalla sua minoranza, comunque, non si fermano e il dibattito «destra-sinistra» continua. «Abbassare le tasse è giusto ma si può fare in un modo di sinistra e in un modo di destra» dice Roberto Speranza. «Non mi pare di sinistra regalare qualche centinaio di euro a chi ha un attico nel centro città». Sulla stessa lunghezza d'onda Stefano Fassina: «Renzi è un Robin Hood al contrario, toglie ai poveri per dare ai ricchi. È una bella gara per comprendere se sia peggio Berlusconi o Renzi, certamente la manovra di Stabilità è in segno berlusconiano». E critiche arrivano anche dal leader della Fiom, Maurizio Landini: «Renzi non vuole combattere l'evasione, fa politiche lontane da ciò che serve per lottare la povertà. Oggi manca il lavoro, c'è diseguaglianza sociale. La legge di Stabilità non tocca queste tematiche».

Infine da Renzi arriva l'annuncio della nuova convocazione della «Leopolda», kermesse propagandistico-programmatica e trampolino della sua scalata al potere.

«Diamo l'annuncio ufficiale: la Leopolda ci sarà l'11, il 12 e il 13 dicembre».

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