Quando ha sentito il braccio della ruspa che si scagliava sulla sua casa non ci ha pensato due volte e ha sparato uccidendo il vicino di casa.
Tragedia ad Arezzo, in località San Polo, dove antichi dissapori tra un operaio albanese, Gezim Dodoli, di 58 anni e un 53enne italiano, Sandro Mugnai, è sfociata in lite, che si è conclusa nel sangue. L'omicidio si è consumato la sera della vigilia della Befana e delle indagini si occupano i carabinieri del comando provinciale e della compagnia di Arezzo, che hanno arrestato l'italiano con l'accusa di omicidio. Erano passate da poco le 20.30 quando il 53enne si è affacciato alla finestra della sua abitazione, sentendo il rumore dell'escavatore, che aveva già varcato il piazzale antistante la sua casa colonica. Sopra l'albanese. Tra i due c'era un clima teso, dovuto a dissidi che andavano avanti da tempo. Dodoli, all'apice dell'ennesima discussione, aveva danneggiato quattro autovetture parcheggiate, di proprietà dei familiari dell'arrestato. Poi, con la benna, ha preso a colpire le mura, il tetto dello stabile e alcune parti della facciata della casa, dove Mugnai stava cenando fino a poco prima, seduto a tavola con la sua famiglia.
A quel punto il proprietario di casa, in preda alla rabbia, ha imbracciato la carabina regolarmente detenuta e ha esploso quattro colpi in direzione della vittima, che non ha avuto scampo. Inutili i soccorsi, scattati immediatamente. L'arma e i bossoli ritrovati sulla scena del reato stati sequestrati insieme all'area, che è stata circoscritta. Oltre ai carabinieri e ai sanitari del 118 sul posto sono stati chiamati anche i vigili del fuoco, che hanno spento il motore della ruspa, rimasto acceso dopo gli spari e hanno evacuato i familiari della vittima, rinchiusi all'interno dell'abitazione, dichiarata inagibile.
Il magistrato di turno della Procura ha disposto gli accertamenti medico-legali sulla salma che verranno svolti nei prossimi giorni presso l'istituto di medicina legale dell'ospedale di Siena. Nell'attesa dell'interrogatorio di garanzia Mugnai è stato condotto al carcere di Arezzo con l'accusa di omicidio, anche se si profila l'ipotesi di legittima difesa o eccesso di legittima difesa, che potrebbe ridurre le responsabilità del killer.
La lite di giovedì è solo l'ultimo caso di una serie di omicidi nati da accesi dissapori di condominio. Il più eclatante è la strage di Erba dell'11 dicembre 2006 quando i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi uccisero a sprangate e a coltellate la loro vicina di casa, Raffaella Castagna e il figlio Youssef Marzouk, due anni e tre mesi, la nonna del bambino Paola Galli e un'altra donna attirata sul posto dalle urla, Valeria Cherubini. Scampò alla strage Mario Frigerio, nonno del bimbo e marito e padre di due delle tre donne morte, che testimoniò poi contro Olindo e Rosa. L'11 dicembre scorso, invece, pronunciando la frase «Ora vi uccido tutti», Claudio Campiti irruppe in una riunione di condominio a Roma, nella zona della borgata Fidene, e uccise sparando tre donne, ferendo altre persone una delle quali morirà qualche giorno dopo. Il killer con quel consorzio era in guerra da anni, si sentiva perseguitato e si rifiutava di pagare le spese.
Era il 3 novembre invece quando un cittadino peruviano fu colpito nel centro storico di Genova da una freccia al torace scoccata con un arco dal vicino di casa. Sempre un banale diverbio è costato la vita a Paolo Marangon, un 67enne picchiato da un bullo sulle scale di un condominio a Sottomarina di Chioggia. La vittima era caduta a terra e aveva battuto il capo dopo aver ricevuto alcuni schiaffi da un 26enne. Il 27 dicembre un 52enne di Cattolica Eraclea (Agrigento) è stato ucciso a coltellate. Il diverbio sfociato in un omicidio sarebbe scaturito per futili motivi, forse dovuti all'alcool. L'indagato per l'omicidio è un pensionato, suo vicino, sessantenne arrestato.
Il 28 aprile scorso, infine, uno screzio tra vicini di casa è culminato a Treviglio, nella Bassa bergamasca, nell'omicidio di un uomo di 61 anni, Luigi Casati, e nel ferimento della moglie Monica Leoni, di 57. A sparare contro i due una vicina di casa di 71 anni, Silvana Erzemberger, ambulante, che ha utilizzato una pistola regolarmente detenuta.
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