L'odio vigliacco del branco in classe

Il branco non è fatto da "uno" più "uno": è un altro animale. Di norma acefalo. Il branco silenzia l'empatia e stordisce il senso di responsabilità

L'odio vigliacco del branco in classe

Il branco non è fatto da «uno» più «uno»: è un altro animale. Di norma acefalo. Il branco silenzia l'empatia e stordisce il senso di responsabilità. Si autoalimenta, alza il volume e silenzia il singolo: per questo diventa capace di ogni cosa. Ciò che si commette in gruppo, sembra altro rispetto a ciò che attiene a ognuno. E invece è fatta esattamente di quindici singoli individui la classe di una scuola media di Latina che ha preso di mira una compagna quattordicenne. Uno, più uno, più uno... Quindici contro una. Che hanno iniziato a perseguitare la ragazzina e ad incrudelirsi su un gruppo whatsapp «segreto», sui social e sui banchi di scuola. Sono stati in pochi a sfilarsi dal plotone di esecuzione verbale quando è diventato chiaro il motivo per cui il gruppo whatsapp era stato creato. Gli altri sono rimasti lì, a far numero nell'onda acefala. Ad unirsi allo stesso spietato coro: «Ammazzati subito, tanto nessuno se ne accorgerà», «Nessuno ha bisogno di te», «Statele lontani, è affetta dal virus dell'ebola» aggressioni continue di questo tenore. Ognuno ad aggiungere un tassello d'odio nell'anonimato del branco. Tanto da spingere la ragazzina in un angolo, nella disperazione totale. Quindici contro una. Giorno dopo giorno, messaggio dopo messaggio, notifica dopo notifica sentita arrivare sui telefonini degli «altri». Quindici contro una. E lei paralizzata, incapace di reagire e di difendersi, a perdere ogni giorno di più la voglia di alzarsi e di portarsi a scuola, in quella classe dove non era compagna di nessuno. Quindici contro uno. Esiste qualcosa di più colpevolmente vigliacco? Uniti e compatti nell'essere peggiori, nel farsi forza assieme per intimorire una sola. Fino a quando la ragazzina non ce l'ha più fatta e si è finalmente confidata con la madre. Il dolore e la vergogna tenuti muti sono esplosi in una confessione disperata ed è venuta fuori ogni cosa: gli insulti, le umiliazioni, i messaggi orrendi che gli altri si scambiavano e le vessazioni continue.

La mamma ha coinvolto la polizia postale e ora la Procura dei Minori ha avviato le prime indagini. Se la cosa avrà seguito, e ne avrà, i persecutori saranno chiamati a rispondere. Non più come branco, ma come uno, più uno, più uno...

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