La Lombardi "avvisa" la Raggi "Dimettersi? No, ma se indagata..."

La consigliera e capogruppo M5S al Campidoglio dopo le intercettazioni che inguaiano il sindaco: "Inciampi ed errori ne sono stati fatti, ma solo la rilevanza penale cambierebbe tutto"

La Lombardi "avvisa" la Raggi "Dimettersi? No, ma se indagata..."

"Io non credo che la Raggi debba dimettersi in questo momento. Inciampi ed errori ne sono stati fatti, penso anche a questi audio, ma solo la rilevanza penale cambierebbe tutto".

In un'intervista a La Stampa, Roberta Lombardi "avverte" Virginia Raggi dopo le intercettazioni rivelate da l'Espresso in cui il sindaco di Roma sembra voler far pressioni sull'ex amministratore delegato e presidente di Ama perché modificasse il bilancio della municipalizzata dei rifiuti, arrivando a licenziarlo in tronco per non aver dato seguito alle indicazioni della prima cittadina. "Di Maio ha giustamente chiesto al sottosegretario Siri, indagato per corruzione, di valutare il passo indietro", dice il consigliere e capogruppo M5S in Regione Lazio, "Ci sono reati su cui anche solo l'indagine è particolarmente odiosa. Io non ho chiesto le dimissioni della Raggi per falso ideologico, se fosse però coinvolta da indagini di altro tipo, allora cambierebbe lo scenario. Ma spero che questo non avvenga".

E sulle giustificazioni della Raggi, secondo cui a voler truccare i bilanci erano proprio i vertici di Ama che volevano così ottenere il premio produzione, la Lombardi replica: "Io vengo dal mondo delle aziende e so che il meccanismo di premialità dei manager lo definisce il Consiglio di amministrazione espresso dal socio", dice, "Appunto. Se il socio (cioè il Campidoglio, ndr) ha dato l'imput che, a fronte di un determinato risultato, ci deve essere il premio, forse ha sbagliato a monte. Se dovessero esserci degli illeciti, sarà la procura a deciderlo. Io mi limito a dire che questi audio sono un po' crudi. Da romana me ne rendo conto: che Roma sarebbe stata una sfida improba lo sapevamo da quando, nel 2013, siamo entrati in consiglio comunale.

All'epoca c'era una relazione assidua tra noi romani, tra il Campidoglio e gli altri livelli, e io chiesi e ottenni che ci fosse un minidirettorio, proprio perché avevamo capito che Roma o la affronti come una testuggine compatta o non la governi. Il fatto che il M5S in Comune si sia isolato è un problema".

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