L'annuncio del coprifuoco nazionale anticipa di una manciata di ore la decisione (analoga) che sarebbe stata presa oggi in Lombardia, dove da giorni si stanno ipotizzando nuove misure anti contagio, più decise rispetto al Dpcm. Solo ieri i contagi sono stati 2.067 (su 32.507 tamponi processati), i decessi 26 e i ricoveri 81. Otto gli ingressi in terapia intensiva. Ed è ovvio che qualcosa va fatto, oltre a scoraggiare le cene di gruppo nelle case. Si comincia con i locali.
Già ieri sia il sindaco di Milano Giuseppe Sala sia la task force anti Covid della Regione Lombardia guidata dall'epidemiologo Vittorio Demicheli hanno detto chiaramente che vanno rivisti gli orari della movida, prima vittima da sacrificare per cercare di tutelare il più possibile tutto il resto: scuola, università e lavoro. Anche perchè, cominciano a sostenere i virologi, stiamo entrando nella fase in cui i tamponi e il tracciamento dei casi sospetti non sono più sufficienti a contenere la diffusione del virus.
Ma ci sono altre misure che potrebbero essere varate oggi. Punto numero uno: le scuole. Si sta valutando l'ipotesi di ingressi scaglionati per creare meno assembramenti fuori dagli istituti e soprattutto per evitare affollamenti sui mezzi pubblici nella stessa ora. In discussione anche l'ipotesi di lezioni a distanza per gli studenti più grandi ma, a quanto riferisce il presidente lombardo Attilio Fontana, sembra che il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina non ci pensi minimamente. E nemmeno il sindaco di Milano Giuseppe Sala è molto dell'idea: non vuole bloccare nè le università nè intere classi.
Verrà inoltre chiesto un aiuto ai genitori degli alunni. In caso di tampone positivo del bambino, le mamme e i papà dovranno agire con la velocità e la precisione di un'unità Usca, le squadre speciali delegate all'assistenza domiciliare. Dovranno cioè segnalare immediatamente all'Ats i contatti del bambino negli ultimi giorni con tanto di numeri di telefono e indirizzi e aiutare a isolare le persone potenzialmente infettate, perchè a loro volta prenotino il tampone senza perdere tempo inutilmente.
Altra decisione chiave potrebbe riguardare le attività extra scolastiche dei bambini. Scelta un po' più strong rispetto alla sospensione delle partite di calcetto voluta dal governo. «I campionati amatoriali di ogni fine settimana - spiega Demicheli - ci portano decine e decine di contagi. Io mi rendo conto dell'importanza dello sport per i ragazzi ma se ogni bambino fa più di un'attività, come spesso accade, è un attimo che il contagio circoli. Per evitare di bloccare tutto, dobbiamo scegliere a cosa rinunciare».
Le indicazioni degli esperti del comitato tecnico scientifico regionale verranno valutate nelle prossime ore dal governatore lombardo Attilio Fontana che in mattinata farà il punto della situazione alla Conferenza delle Regioni. La decisione finale sta a lui. Oggi si capirà con precisione quali saranno i punti del piano e come applicare le nuove misure il più velocemente possibile. L'ordinanza regionale sulle regole anti Covid, scaduta ieri, è stata prorogata fino a lunedì, per dare il tempo a Fontana di riunirsi anche con i sindaci. E quindi, anche gli accessi dei parenti per le visite nelle Rsa restano bloccati fino a una nuova decisione.
L'importante è che il piano di crisi sia condiviso. Nelle ultime ore la Regione, il Comune di Milano e la prefettura si sono coordinate per condividere regole quanto più allargate e chiare.
Ben consapevoli che le immagini della gente ammassata dentro il vagone di un metrò non sono più concepibili. «Sul potenziamento dei mezzi - spiega Sala - noi non possiamo fare più di così. Più che sui trasporti o sulla scuola, bene le restrizioni della movida e puntiamo sullo smart working».
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