Coronavirus

La Lombardia: "Riaprire tutto". Al lavoro in turni su 7 giorni. Dal 4 maggio smart working, fasce orarie scaglionate e controlli anti-affollamento. L'appello a scaricare la app

Regione Lombardia spinge sull'acceleratore in vista della "Fase 2".

La Lombardia: "Riaprire tutto". Al lavoro in turni su 7 giorni. Dal 4 maggio smart working, fasce orarie scaglionate e controlli anti-affollamento. L'appello a scaricare la app

Regione Lombardia spinge sull'acceleratore in vista della «Fase 2». Oggi alle 10 la regione ha convocato gli «Stati generali del Patto per lo sviluppo» con categorie produttive, sindacati e le 14 università lombarde per ipotizzare calendario e modalità delle riapertura. «Tra le ipotesi: orari di apertura scaglionati, settimana lavorativa spalmata su sette giorni e controlli anti-affollamento sui mezzi pubblici».

«Avanti tutta» la parola d'ordine della Lega con il segretario federale Matteo Salvini che solo 48 ore fa sentenziava: «I cittadini sono stufi di stare in casa e hanno bisogno di lavorare». Una dichiarazione che ha dato il la al messaggio che il governatore lùmbard Attilio Fontana ha lanciato martedì: «Il 4 maggio si riapre». Una fuga in avanti che non rientra nel modus operandi con cui il presidente Fontana ha affrontato l'emergenza coronavirus, ispirato dall'estrema prudenza. Ma ormai il dado è tratto.

«Fatte salve le quattro D, ovvero i paletti a tutela della salute dei cittadini (Dispositivi di protezione individuale, cioè mascherine e guanti obbligatori per uscire di casa, Distanziamento sociale, Digitalizzazione, ovvero smart working e utilizzo di tutte le app e e i dispositivi che possono evitare file e congestionamento e Diagnosi ovvero misurazione della febbre) tutto dovrebbe riprendere. Sembra dunque che si stia ragionando non su un calendario scaglionato per categorie produttive, ma su una ripartenza complessiva, seppur graduale (per esempio è certo che le scuole non riapriranno fino a settembre, anche se il Comune di Milano sta ragionando comunque sull'organizzazione dei centri estivi) e per i cittadini e operatori sani e attrezzati. A proposito di tracciamento del contagio ieri tutti i 10 milioni circa di lombardi hanno ricevuto sul proprio cellulare l'invito a scaricare l'app AllertaLOM e a compilare ogni giorno il questionario anonimo sul proprio stato di salute.

Che non si tratti solo di un annuncio è dimostrato dal fatto che una prima convocazione degli Stati generali ci sia stata, in gran segreto, lunedì scorso, oggi la seconda puntata su cui vige il riserbo più assoluto. Sabato toccherà al confronto con il governo.

Sulla stessa linea d'onda la Regione Veneto. «La luce in fondo al tunnel?» Tutto da vedere, ma Fontana ha dato le linee guida: lavoro spalmato sui 7 giorni per evitare congestionamento di uffici e mezzi di trasporto, smart working per tutte le aziende e le tipologie di lavoro che lo consentono, modulazione del trasporto pubblico. Tra negozi, parrucchieri, estetisti, fabbriche e servizi non sembra ci sia differenza: chi rispetta le regole stringenti delle distanze, delle visite su appuntamento, dei dispositivi potrà riaprire. Giacomo Errico, presidente di Apeca (Confcommercio Milano) chiede la riapertura dei banchi alimentari dei mercati settimanali con ingressi contingentati, distanze e dispositivi di protezione.

Ma il rischio che si profila è che si agevolino le esercizi più strutturati, con un'organizzazione forte e fondi a sufficienza per mettersi in regola con le norme della «fase 2» a svantaggio dei più «piccoli», che rimarrebbero indietro. L'assessore allo Sviluppo economico della Lombardia Alessandro Mattinzoli auspica «che il governo convochi un tavolo con tutte le parti, regioni in primis, con cui discutere sullo stesso piano delle indicazioni, suggestioni e problematiche che i rappresentanti del territorio vorranno dare. Servono strumenti adeguati e forti, provvedimenti incisivi, snelli per far ripartire le imprese.

La Lombardia ha il tasso produttivo e Pil più alto d'Italia, deve avere un peso proporzionato a quello che rappresenta economicamente e socialmente».

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