L'ombelico scoperto bocciato e la frase infelice della prof

Mi piacerebbe che la prof avesse chiesto scusa subito nell'ufficio della preside

L'ombelico scoperto bocciato e la frase infelice della prof

Mi piacerebbe che la prof avesse chiesto scusa subito nell'ufficio della preside. La frase è infelice, si presta a interpretazioni sessiste e poco rispettose della dignità di una donna, nella fattispecie una giovane studentessa. E mi piacerebbe che la ragazza le avesse accettate le scuse, perché non sbagliano solo gli alunni ma anche i loro docenti. Sarei stato meno cauto nell'esercizio del sarcasmo verso la protesta borghese dell'outfit. Altro che eskimo e voglia di cambiare il mondo, altro che Eros e civiltà di Marcuse, il Corpo è mio e Ultimo maschio. Neanche un accenno alla terra che muore e all'indifferenza (moraviana) che uccide. Tutti in pantaloncini e a pancia scoperta, viva l'ombelico libero soprattutto su Instagram. Consiglio alle femministe di fare un viaggio antropologico e simbolico approfondito sul corpo femminile nella piattaforma. Ma stiamo ai fatti, anche se in questo processo mediatico la voce dell'imputata ancora non c'è. Forse Pirandello e la relatività dei punti di vista non sono nel programma ma tant'è, meglio una verità costruita in fretta e che piace al vento della maggioranza, il trionfo del politically correct rapido come le sentenze di Robespierre. Ammesso che le cose siano andate così come abbiamo appreso dai giornali e non da un'inchiesta interna, rimane che la prof abbia sbagliato. Quale che sia il motivo per cui in quel momento la maglia della ragazza fosse finita in alto e la pancia fosse finita scoperta e pronta alla galassia di internet, dire «Non siamo mica sulla Salaria» non va bene. Quella è la strada famosa della prostituzione, fate uno più uno e l'epiteto-apostrofo è chiaro. E meno male che in pantaloncini non siano sfilati anche gli abitanti della zona, offesi nell'orgoglio da municipio.

Se però la prof, anche referente per il cyberbullismo, avesse voluto dire altro? Magari che un po' di decoro in un ambiente educativo non è per forza antiquato o sessista, magari che certe immagini i giovanissimi sul web le gestiscono male? Sarebbe stata da applausi una protesta dei ragazzi su problemi altrettanto urgenti, tipo la violenza che dilaga tra i banchi nel silenzio delle istituzioni e delle famiglie.

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