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"Per gli allergici stop al vaccino". In Italia a rischio un paziente su 4

Londra frena dopo le prime dosi. Pfizer: "Niente allarmi". Gli esperti: "Ora i dati"

"Per gli allergici stop al vaccino". In Italia a rischio un paziente su 4

«Chi in passato ha avuto gravi allergie a medicinali o cibi, è bene che non si sottoponga al vaccino». Mette le mani avanti l'agenzia del farmaco britannica. Due settimane fa ha approvato il vaccino di Pfizer/BioNTech, ma ieri ha corretto il tiro. Nella prima giornata di somministrazioni infatti ci sono stati due casi di reazione allergica post iniezione, tra centinaia di pazienti. Si tratta di due operatori delle case di riposo, entrambi 40enni. Non hanno avuto forti disturbi e, viene specificato, «sono già sulla via del recupero». Ma non si sa mai. Per questo viene messo in guardia l'intero popolo degli allergici, 80 milioni di persone in Europa.

Stando così le cose in Italia una persona su quattro dovrebbe rinunciare al vaccino. Soprattutto quelli che soffrono di intolleranze gravi e non semplicemente di disturbi stagionali per l'allergia ai pollini. «Bisognerebbe capire di più di queste reazioni allergiche - spiega l'allergologo Giorgio Luraschi al Centro diagnostico italiano - Può anche essere che a dare allergia non sia stato il principio attivo ma gli eccipienti e gli adiuvanti delle fiale. Anche l'anti influenzale può creare problemi del genere. Più che altro, una notizia del genere aumenta la perplessità che avevamo già prima sul vaccino anti Covid, non tanto sull'efficacia ma sugli effetti collaterali. Ma bisognerà approfondire».

Reazioni del genere sono assolutamente normali per il virologo Fabrizio Pregliasco. «È possibile - sostiene - ed era prevedibile, rientra in quegli eventi avversi, non gravi, che ogni vaccino ha. A volte ci può essere, per esempio, un arrossamento nel punto di inoculo, nel deltoide».

Il mistero sugli effetti collaterali verrà risolto solo quando si potrà leggere il bugiardino del vaccino e quando verrà reso pubblico lo studio sulla sperimentazione. Tutti i documenti insomma che l'agenzia europea del farmaco Ema aspetta per poter dare il suo via libera alla più grande vaccinazione di massa mai vista. Proprio l'Ema, ieri, ha denunciato di essere stata oggetto di un attacco hacker, sul quale è stata aperta un'indagine; nel mirino anche documenti relativi al vaccino Pfizer/BioNTech, che sono stati «violati», come ha fatto sapere Pfizer, precisando che però che «né il sistema di BioNTech né quello Pfizer è stato violato» in relazione all'attacco.

Per quanto riguarda le reazioni collaterali, lecito è il sospetto che ci sia la troppa fretta della Gran Bretagna nel cominciare le vaccinazioni, bruciando sul tempo tutti. La procedura di emergenza dell'Inghilterra, secondo l'ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Guido Rasi, è stata un po' troppo azzardata. «Ha un rischio molto basso, ma è un rischio da non prendere mai - spiega - Tra l'altro hanno fatto la valutazione solo su un lotto, quindi dovranno rifare lo stesso lavoro per i lotti successivi. Non è una buona idea prendere i dati che ti consegna l'industria, mettere il timbro e distribuire, anche se ci sono tutti i presupposti perché siano buoni e confermati. Viene meno quell'aspetto di garanzia».

Quando il pool di esperti Ema analizzerà il vaccino dirà con chiarezza (e dati completi) su chi potrà essere usato il medicinale e su chi no. Senza peccare di troppa fretta. «Gli scienziati Ema - ha più volte spiegato il farmacologo Silvio Garattini - devono avere tutta la calma e il tempo necessari per le valutazioni, senza trascurare nulla».

L'incidente inglese e i dubbi della comunità scientifica non fermano tuttavia il successo del vaccino Pfizer, autorizzato ieri anche dal Canada.

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