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Londra paga la Francia per fermare i migranti

Londra paga la Francia per fermare i migranti

Regno Unito e Unione Europea litigano sul protocollo post-Brexit per l'Irlanda del Nord e intanto Londra firma un accordo con uno dei Paesi leader d'Europa per frenare il boom di migranti che continuano a voler raggiungere la Gran Bretagna. L'intesa con la Francia è stata siglata martedì dai ministri dell'Interno dei rispettivi Paesi, la britannica Priti Patel e il francese Gérald Darmanin, e prevede l'impegno di Londra a sborsare 62 milioni e trecentomila euro a Parigi per rafforzare i controlli di polizia sulle coste francesi, che si aggiungono ai 175 milioni di euro già affidati alla Francia per contrastare il flusso di migranti negli ultimi dieci anni.

Circa settecento migranti hanno raggiunto le coste inglesi negli ultimi due giorni e in piena estate il numero complessivo di arrivi clandestini ha già sfiorato gli 8500, superando il totale dello scorso anno. Raddoppiare il numero di agenti francesi in grado di arginare i migranti prima che si imbarchino per il Regno Unito è l'obiettivo delle autorità britanniche, che da Parigi solo quest'anno hanno ottenuto lo stop di 5mila clandestini.

D'altra parte è stata approvata in seconda lettura ed è ormai a un passo dall'entrata in vigore la controversa legge di riforma della cittadinanza e del diritto d'asilo nel Regno Unito post-Brexit, definita «xenofoba» e «crudele» dall'opposizione laburista e dalle associazioni per i diritti umani. Il Nationality and Borders Bill prevede pene dai sei mesi ai quattro anni di carcere per chi cerca di entrare nel Paese illegalmente. In un discorso in cui ha scaricato il peso dei migranti sui Paesi di frontiera, la ministra Patel è stata chiara: «Le persone dovrebbero chiedere asilo nel primo Paese sicuro che raggiungono». Nel suo discorso alla Camera dei Comuni lunedì, la «lady di ferro» del governo di Boris Johnson è stata persino più incisiva: «Il popolo britannico ne ha abbastanza delle frontiere aperte e della migrazione incontrollata, di un sistema di asilo fallito che costa al contribuente oltre un miliardo di sterline l'anno, dei gommoni che arrivano illegalmente sulle nostre coste, diretti da bande criminali organizzate (...), dei migranti economici che fingono di essere veri rifugiati, degli adulti che si fingono bambini per chiedere asilo». Patel ha ricordato i numeri dell'accoglienza inglese: dal 2015 oltre 25mila rifugiati, «più di qualsiasi altro Paese europeo».

Ma adesso Londra promette: «Romperemo il business dei trafficanti».

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