Coronavirus

L'ospedale-trincea «Possibili altri casi Rischio di contagio solo con i sintomi»

I pazienti sospetti trattati allo Spallanzani: 20 sotto osservazione, 9 isolati e poi dimessi I primi due contagiati in condizioni discrete «Focolaio chiuso prima che arrivi il vaccino»

Roma - Coronavirus: quattordici cittadini cinesi ricoverati, nove isolati e poi dimessi, altri 20 sotto osservazione. Questi ultimi sono «soggetti asintomatici entrati in contatto con la coppia di turisti ricoverati» allo Spallanzani. Infine altre tre persone, tre possibili contatti con i due sessantenni affetti dal virus, sono a stretto controllo domiciliare.

È lo stesso Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani a diramare il primo bollettino sanitario sull'evolversi della condizione clinica dei due pazienti che hanno contratto il coronavirus. Fra questi la giovane studentessa di Frosinone, appena rientrata dalla Cina, da ieri mattina ricoverata con febbre alta e tosse. «Sono in condizioni discrete i due pazienti cinesi risultati positivi al coronavirus» spiega la direzione sanitaria del nosocomio. La donna, 65 anni, ha un iniziale interessamento intersiziale. Il marito, 66 anni, anche lui in discrete condizioni «con un interessamento polmonare più pronunciato» precisano i medici. «Il focolaio italiano sarà chiuso prima dell'arrivo del vaccino. Il sistema funziona e siamo tranquilli. No alle discriminazioni dei cittadini cinesi in Italia» afferma Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto per le Malattie Infettive dello Spallanzani in conferenza stampa mentre dirama il primo bollettino per la coppia di turisti cinesi positiva al coronavirus. «Il rischio di trasmissione è molto basso - continua il professor Ippolito -. La trasmissione appare possibile solo in presenza di sintomi». «Dire che non ci saranno altri casi è non guardare in faccia la realtà. Dobbiamo stare attenti e identificare precocemente altri casi». «Contro questo coronavirus non c'è cura - continua il professor Ippolito -. I farmaci sono utilizzabili quando ci sono prove e quando ci sarà il via libera delle autorità. Gli antivirali in commercio sono farmaci messi a punto per altre patologie, indicati solo per Paesi ad alta circolazione epidemica». Secondo alcuni virologi, potrebbero essere efficaci contro il coronavirus antivirali già disponibili. «Non esistono cure per questa malattia - ribadisce il professor Ippolito -, i contagiati vengono solo sottoposti al trattamento sintomatico, se necessario, e vengono gestite le comorbidità». Sono almeno tre, dunque, le persone venute in contatto diretto con i coniugi cinesi e poste in osservazione, in «quarantena», nelle proprie abitazioni. Altro caso sospetto: un operaio romeno che avrebbe eseguito alcuni lavori in albergo, ma al direttore non risulta. L'uomo, sul quale sono ancora in corso accertamenti clinici, ha febbre alta e tosse. Nei reparti tutti indossano le mascherine. «Qui dentro ci siamo abituati» commenta un inserviente mentre trascina un carrello porta vivande. Fra i consigli diffusi dal ministero della Salute, quello di «Lavare spesso le mani con acqua e sapone o sostanze alcoliche. Coprirsi con il gomito o con un fazzoletto di carta la bocca e il naso quando si starnutisce o si tossisce. Evitare contatti con quanti presentano i sintomi del virus». Ma in città è già psicosi. In un bar in centro, in via del Lavatore, a pochi passi da Fontana di Trevi, hanno persino vietato l'ingresso ai cittadini cinesi. Un cartello rimosso nel giro di poche ore: «Ci scusiamo ma a causa del virus è vietato entrare». E in serata un altro caso sospetto dalla zona della stazione Termini viene sottoposto al test. Secondo il virologo Roberto Burioni ci sarebbe un caso di trasmissione del coronavirus da una paziente asintomatica. «In generale il tempo medio di incubazione sembra essere di 5-7 giorni - spiega il professor Burioni - ma sembra possa arrivare fino a 10 giorni.

Ecco perché la quarantena dura due settimane».

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