Gli Stati Uniti elevano barriere e dazi, arrivando a definire l'Unione Europea un avversario in campo commerciale? E l'Europa risponde con un viaggio in Estremo Oriente dei vertici comunitari, destinato a rinsaldare i rapporti economici con Cina e Giappone e a mettere le basi per la salvaguardia dell'ordine economico internazionale.
Jean-Claude Juncker e Donald Tusk hanno fatto tappa lunedì a Pechino dove sono stati ricevuti «calorosamente»dal premier cinese Li Keqiang. Calorosamente perché Pechino è fortemente interessata a una riforma del Wto ed è alla ricerca di una sponda in Europa per formare un fronte comune di difesa dalle pesanti misure decise da Donald Trump. Interessi condivisi, dunque, con l'obiettivo di un commercio più aperto. Juncker ha detto ai suoi ospiti che la partnership tra Ue e Cina «è più importante che mai, insieme valiamo un terzo dell'economia globale: i nostri scambi valgono 1,5 miliardi di euro ogni giorno», ha ricordato. «Ma l'Europa - ha aggiunto il presidente della Commissione Europea - vuole fare di più e investire di più in Cina, che se vuole può aprire ulteriormente il proprio mercato». Li ha risposto positivamente, assicurando di condividere l'obiettivo di concludere i negoziati a breve» sul trattato bilaterale per gli investimenti tra Cina e Ue, e aggiungendo di voler «concludere entro ottobre i negoziati sulla protezione delle indicazioni geografiche». Il presidente del Consiglio Europeo ha per parte sua invitato Stati Uniti, Cina e Russia a non distruggere l'ordine globale esistente con una guerra commerciale: «C'è ancora tempo per prevenire conflitti e caos», ha detto Tusk.
Ieri la seconda importante tappa di questo viaggio dei vertici di Bruxelles ha raggiunto Tokyo. Nella capitale giapponese, ha affermato Juncker, è stato vissuto «un momento storico della nostra duratura relazione e un momento cruciale per il commercio globale»: è stato infatti siglato, proprio mentre Trump va a tutta forza in direzione opposta, un grande accordo di libero scambio tra Ue e Giappone, anche con l'intenzione di lanciare un chiaro messaggio contro il protezionismo e per «dimostrare che siamo più forti e stiamo meglio quando collaboriamo».
L'attivismo politico-economico di Bruxelles non si ferma qui: è stato annunciato che il prossimo 25 luglio Juncker si
recherà alla Casa Bianca. Al centro dei colloqui con Trump ci sarà non solo la disputa sui dazi, ma anche più in generale la politica estera, con l'obiettivo di rinnovare una partnership più che mai indebolita e appannata.
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