Tempi duri per il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che rischia di essere rimossa dal dicastero che amministra. Secondo voci di palazzo, nel corso di un recente privatissimo incontro tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il primo avrebbe chiesto al collega pentastellato la testa della titolare del dicastero di via XX Settembre e quella del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Ma il titolare del Viminale non avrebbe avanzato la richiesta di mettere un leghista al posto dei due, semmai di avere qualcuno «più capace», ovvero professionisti in grado di tenere in piedi due strutture di vitale importanza per il Paese.
Il terremoto che investe la Difesa parte dal fatto che la Trenta è rimasta senza portavoce. Il precedente, Augusto Rubei, che ha assunto lo stesso incarico nell'ufficio di Di Maio, infatti, aveva avuto alcuni problemi per essere letteralmente andato in contrasto con diversi giornalisti, a molti dei quali veniva ultimamente negato di accedere a cerimonie militari. Sotto accusa anche alcuni post pubblicati sulla pagina Facebook del ministro contro alcuni cronisti. Un metodo sicuramente poco ortodosso per una carica dello Stato.
Per giorni si è cercato un sostituto e si sono sentiti comunicatori anche di alto livello, ma nessuno, almeno fino a ieri, aveva accettato l'incarico, anche perché la situazione del ministero delle Forze armate è molto complessa. Ciò che ha indotto tutti a rifiutare è stato in primis il fatto che da mesi la Trenta sia letteralmente in bilico e sotto una sorta di commissariamento da parte dei 5 stelle. Ogni decisione veniva presa dall'alto, con Rubei quale «ministro ombra», dice qualcuno. Alla fine il giornalista ha preso altri lidi, passando alla comunicazione del vicepremier, ma pare anche lì si inizino a vedere i primi problemi.
Nel frattempo il ministro della Difesa avrebbe provato a sentire autonomamente alcuni giornalisti di un noto giornale romano. Fatto che dai vertici del Movimento non sarebbe stato preso bene. Ieri, infine, è stato scelto un giornalista Rai, vicino alla pensione. Un cronista molto istituzionale e poco parlamentare, che avrà il compito di ricucire gli strappi creati dal predecessore.
Ce la farà a colmare i vuoti? Anche perché il profilo della Trenta fino a oggi è stato di basso profilo e poco peso e la stessa ha alzato la voce solo in occasione degli scontri col ministro dell'Interno, spesso mettendo in imbarazzo le Forze armate. L'attrito coi militari è sempre più evidente, tanto che in molti, di recente, hanno fatto il nome del leghista Raffaele Volpi, attuale sottosegretario alla Difesa e molto amato dalle divise, ritenuto più capace del vertice.
Le questioni sul tavolo,
peraltro, sono di fondamentale importanza: si va da quella sull'uranio impoverito a quella dei sindacati militari, fino alla discussione sugli armamenti, sulle industrie, sugli F-35 e, non ultimo, sul riordino delle carriere.
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